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Francia, bufera su Carla Bruni: "Soldi pubblici per il suo sito"

Carla Bruni

La petizione raccoglie migliaia di firme: "Restituisca quei 410mila euro". Il caso risale ai tempi in cui Sarkò era premier. Lei smentisce: "Soldi della Fondazione"

Francesca Canelli
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Migliaia di firme sono già state raccolte sul web contro l'ex première dame, Carla Bruni. La signora Sarkozy è finita nell'occhio del ciclone perché viene accusata di aver finanziato il sito internet della sua fondazione con i soldi pubblici: nel mirino ci sono 410mila euro. La perentoria richiesta è quella del rimborso: "Restituisca la somma sborsata dallo Stato quando il marito Sarkozy era presidente". Il caso - La petizione è stata lanciata da Nicolas Bousquet, un web-designer che, date le sue conoscenze nel settore, ritiene la somma spesa da Carlà spropositata. Almeno 40 volte più alta di quella di mercato. "Il sito è semplice semplice, non ha richiesto particolari sforzi tecnici e alcune parti non vegnono regolarmente aggiornate" afferma. "Visto che la Fondazione Carla Bruni agisce per aiutare le persone vulnerabili, le chiediamo di restituire questi soldi facendo un dono di 410mila euro ad associazioni caritative che operano per i più bisognosi", spiegano i firmatari, che tengono anche a sottolineare come i cittadini non siano "la banca dei propri eletti: paghiamo le tasse per la comunità, non per soddisfare i loro capricci lussuosi o quelli dei loro cari". La reazione - Da parte sua, la signora Bruni-Sarkozy cerca di giustificarsi, negando che i contenuti del sito siano stati finanziati con i soldi pubblici. "Tutti i contenuti visibili su questo sito sono stati integralmente finanziati dalla Fondazione. Non sono stati in alcun modo finanziati dallo Stato o da qualsiasi altra entità esterna alla Fondazione, e questo dai tempi della creazione del sito", dice. 

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