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Egitto, Hazel-El-Beblawi nuovo premier, El Baradei vice. Nuove elezioni entro 6 mesi

La situazione rimane critica, la Fratellanza Musulmana non accetta la road map di Mansour: "Restituiremo Morsi agli egiziani"

Francesca Canelli
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Incaricato da Adly Mansour, Hazem-el-Beblawi è il nuovo premier dell'Egitto. A lui spetterà il compito di formare il nuovo governo, cercando di traghettare l'Egitto fuori dalla difficile situazione in cui si trova. Vice-presidente con delega alle relazioni internazionali è El Baradei, premio Nobel per la pace. Lo riferisce in un comunicato la presidenza della Repubblica, spiegando che sono già cominciate le consultazioni per la scelta della squadra che dovrà guidare l'Egitto verso le prossime elezioni democratiche. El-Beblawi, economista di orientamento politico liberale, faceva parte dell'esecutivo di transizione del dopo Mubarak. Le nuove elezioni -  L'Egitto terrà nuove elezioni parlamentari dopo che saranno stati approvati per via referendaria emendamenti alla Costituzione sospesa con la deposizione di Morsi. Il nuovo presidente ad interim, ha delineato un orizzonte di sei mesi per arrivare al voto. Il suo decreto indica in quattro mesi e mezzo il tempo necessario per riformare la Costituzione ispirata alla Shaaria fatta approvare a dicembre dalla maggioranza islamista e sospesa dopo il colpo di Stato tecnico realizzato dai militari. Le elezioni dovranno inoltre essere convocate entro 15 giorni dall'approvazione della nuova Costituzione in un referendum e, una volta insediato il nuovo Parlamento, nel giro di una settimana dovrà essere anche eletto un altro presidente.  Le reazioni - il partito islamico Nour, seconda formazione religiosa del paese dopo la Fratellanza musulmana, ha reso noto che accetta la scelta dell'ex ministro delle Finanze, Samir Radwan, come primo ministro ad interim. I Fratelli musulmani, però, respingono il programma di Mansour. Un funzionario del gruppo, Essam el-Erian, ha scritto su Facebook ufficiale che "il piano di transizione riporterà il Paese indietro" e promette che la Fratellanza non allenterà le pressioni per restituire Morsi all'Egitto. Intanto continuano le rivolte in piazza: Usa e Nazioni Unite si dicono molto preoccupate dopo la strage di ieri, 8 luglio, in cui hanno perso la vita più di 50 persone, tra cui donne e bambini. Per ora, comunque, nessun taglio agli aiuti americani, che ammontano a un miliardo e mezzo di dollari: "Non crediamo sia nell'interesse degli Stati Uniti tagliarli", ha detto Jay Carney, il portavoce del presidente Barack Obama. di Francesca Canelli

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