Scontri tra Fratelli Musulmani e militariMassacro a Il Caro, sale a 51 il bilancio dei morti
Due le versioni: l'esercito sostiene che i Fratelli Musulmani stavano attaccando la caserma, i manifestanti dicono di essere stati aggrediti
E' ancora tesissimo il clima politico in Egitto. Questa mattina, di fronte a una caserma della Guardia repubblicana al Cairo, si sono verificati degli scontri tra i sostenitori di Morsi e i militari e il bilancio delle vittime sarebbe di 51 morti, tra cui donne e bambini. Questa la stima secondo il ministero della salute, mentre la Fratellanza ne denuncia almeno 77. Secondo la tv satellitare al-Jazeera, che cita il parlamentare di Fratelli Musulmani Mohamed Ibrahim El-Beltagy, i militari hanno aperto il fuoco contro i manifestanti provocando un "massacro" in cui sono morte, secondo i Fratelli Musulmani, 70 persone e altre 500 sono rimaste ferite. I militari invece sostengono di essere intervenuti per sedare l'attacco di un "gruppo terroristico" alla caserma, nel quale uno dei loro è rimasto ucciso e altri 40 sono rimasti feriti. Ma per Gehad el-Haddad, portavoce della Fratellanza, i militari e la polizia sono arrivati all'improvviso alle 3.30 in piazza e hanno cominciato a usare lacrimogeni e armi da fuoco per disperdere un sit-in "pacifico" di sostenitori del presidente Mohamed Morsi. "E' stato un atto criminale - ha detto ad al-Jazeera - contro i manifestanti". I militari hanno arrestato circa 200 persone. La reazione - Il presidente egiziano ad interim Adly Mansour ha ordinato un'inchiesta indipendente sulla strage avvenuta compiuta davanti alla sede della Guardia Repubblicana. La tv di Stato comunica che il presidente sta formando una commissione d'inchiesta. Allo stesso tempo il portavoce di Mansour, Ahmed Elmoslmany, ha chiarito che il massacro non fermerà i tentativi di formare un nuovo governo. Intanto il partito salafita al-Nour ha annunciato il suo ritiro dai colloqui per la formazione di un nuovo governo in Egitto, dopo la destituzione del presidente islamico Mohamed Morsi. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, secondo la quale il ritiro è avvenuto in segno di protesta per le violenze dell'esercito durante una manifestanzione pro-Morsi, che questa mattina sono costate la vita a molte persone. Nelle scorse ore il partito salafita aveva bocciato prima la nomina di Mohamed elBaradei e poi di Ziad Bahaa el-Din alla carica di primo ministro, perchè figure troppo laiche."Bisogna scegliere qualcuno - ha detto ad al-Jazeera il predicatore salafita Yaser Borhamy - che non provenga da un partito politico, un tecnocrate puro". ElBaradei e el-Din fanno entrambi parte del Fronte di salvezza nazionale, principale schieramento politico dell'opposizione liberale. l leader liberale egiziano Mohamed ElBaradei ha condannato il massacro davanti alla sede della Guardia repubblicana al Cairo e ha chiesto una inchiesta indipendente per accertare quanto avvenuto. "La violenza genera violenza e dovrebbe essere condannata con forza. Serve una inchiesta indipendente", ha detto il premio Nobel per la pace sul suo profilo twitter, ribadendo che "la transizione pacifica è l'unica strada" da percorrere per uscire dalla crisi. Rimborsi - C'è il rimborso per gli italiani che avevano prenotato un viaggio in Egitto. Il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi afferma che è naturale che '' gli utenti preferiscano rinunciare a recarsi in Egitto, pur avendo gia' acquistato un viaggio o una vacanza in questo paese. In tal caso il diritto alla paura è un elemento sufficiente a garantire all'utente il rimborso integrale di quanto gia' versato per la vacanza". "Qualora le agenzie di viaggio - conclude Tanasi - dovessero opporsi al rimborso integrale o alla sostituzione del pacchetto, i cittadini possono rivolgersi al Codacons per ottenere tutela legale. L'Italia - L'Italia "non fa il tifo per l'uno o per l'altro" degli schieramenti che si fronteggiano in Egitto, piuttosto ha il compito di "aiutarli a riconciliarsi". Lo ha sottolineato il viceministo degli Esteri Lapo Pistelli in un'intervista al Quotidiano Nazionale. "Ai generali diciamo di rilasciare i leader arrestati", perchè "tutti devono far parte del gioco democratico", mentre coloro che sono stati estromessi (gli islamici di Morsi) "devono comprendere il loro fallimento e collaborare, non chiamare in piazza in manifestanti", aggiunge Pistelli. Non ci sono invece preoccupazioni per eventuali ondate migratorie verso l'Italia: "Di egiziani in Italia ce ne sono tantissimi e sono integratissimi", ha detto il viceministro, rilevando come i "problemi siano altrove come in Libano, che ha accolto oltre un milione di rifugiati siriani e palestinesi". E proprio a proposito di persone che fuggono, Pistelli ha ricordato il "bellissimo gesto di speranza" di papa Francesco, che stamane e' volato a Lampedusa per abbracciare i migranti che ogni estate rischiano la vita sui barconi.