Afghanistan, la salma de La Rosa torna in Italia Bonino: "Non è stato ucciso da un bimbo"
La salma del capitano dei Bersaglieri Giuseppe La Rosa, ucciso sabato scorso in Afghanistan, è giunta in Italia. L'aereo, un C-130 dell'Aeronautica Militare con a bordo il feretro del 31enne militare siciliano, avvolto da una bandiera tricolore, è atterrato sulla pista dell'aeroporto di Roma-Ciampino alle 9:35 circa. Presenti i familiari del militare, il presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro della Difesa Mario Mauro. I funerali si terranno nel pomeriggio in Santa Maria degli Angeli a Roma. Subito dopo, il feretro di La Rosa proseguirà per Barcellona Pozzo di Grotto, in provincia di Messina. Presenti i familiari del militare, il padre Biagio, la mamma Concetta, la sorella Anna, i fratelli Antonio e Claudio e due zii. "Giuseppe era un ragazzo solare che aveva sempre un sorriso per tutti, soprattutto per i bambini, e che con il suo atteggiamento strappava anche agli altri un sorriso": così il tenente colonnello Francesco Di Marno, aiutante maggiore del Settimo Reggimento Bersaglieri ricorda all'aeroporto di Ciampino, mentre rientra la salma, il capitano Giuseppe La Rosa. "Voleva rendersi utile agli altri - aggiunge - nel proprio lavoro di militare e in quello che la vita sociale gli avrebbe certamente riconosciuto". Ciao capitano: guarda la gallery su Liberoquotidiano.it "Non è stato un bambino" - L'agguato, avvenuto mentre il convoglio di mezzi italiani stava rientrando alla base nella città di Farah, è stato rivendicato nel giro di poche ore dai talebani, che hanno attribuito ad un ragazzino di soli 11 anni il lancio all'interno del lince della bomba che ha ucciso La Rosa e ferito altri tre militari. Ma il ministro degli Esteri Emma Bonino ha smentito categoricamente questa ricostruzione dei fatti, definendola esclusivamente frutto della "propaganda talebana". "Dai contatti del ministro della Difesa Mauro emerge che l'attentato sia stato realizzato da un adult", ha aggiunto la titolare della Farnesina. Frena anche il ministro della Difesa, Mario Mauro - "quando accerteremo la verità sulla dinamica potremo essere più precisi", afferma - che ribadisce come La Rosa, quando l'ordigno è entrato nell'abitacolo, abbia coperto i commilitoni, salvandoli. E aggiunge: "Le scelte hanno un prezzo, perché la pace e la libertà non sono gratis''. Le missioni di pace - Ma a far discutere, ancora una volta, è soprattutto la questione della presenza italiana in Afghanistan. A lanciare il sasso e' Roberto Maroni. "Come Lega - ha dichiarato il leader del Carroccio - abbiamo sostenuto questa missione, ma a distanza di dieci anni con i costi esorbitanti che ci sono e la crisi che viviamo sarebbe utile ripensarci". In realtà, una riflessione su "come rimodulare la presenza dei militari italiani in Afghanistan" è in atto, sottolinea Bonino. Una riflessione che investe anche il nostro rapporto con gli alleati. Il ritiro dei militati italiani, ha ricordato infatti Mauro, "si completerà con il termine della missione Isaf, che prevede il nostro rientro alla fine del 2014.