Ingrid, la mamma eroinache sfida il Killer: "Mi hanno detto vogliamo la guerra"
Parla la donna che si è rivolta all'assassino: "Mi ha detto che ha ucciso il soldato per vendicare i bambini musulmani"
Si chiama Ingrid Loyau-Kennet ed è diventata l'eroiona di Londra. E' una mamma che ha sfidato l'uomo che ha ucciso un soldato inglese a colpi di machete. Stava rientrando a casa su un autobus numero 53 dopo un viaggio in Francia."L'autobus si è fermato. Potevo vedere chiaramente un corpo sulla strada ed un'auto danneggiata. Avevo seguito un corso di primo intervento e allora ho chiesto a qualcuno di dare un'occhiata alla mia borsa e sono scesa per vedere se potevo essere d'aiuto. Mi sono avvicinata al corpo, c'era una signora seduta che ha detto che era morto. Aveva cercato di assisterlo mettendo qualcosa sotto la sua schiena e una giacca sul volto. Gli ho sentito il polso e non aveva battiti. Poi un uomo nero con un cappello nero ed una pistola in una mano e una mannaia nell'altra si è avvicinato. Era in uno stato di sovraeccitazione e mi ha detto di non avvicinarmi al corpo. Non provavo qualcosa in particolare. Non avevo paura perché non era ubriaco, non era sotto l'effetto di droghe. Era in uno stato normale. Potevo parlare con lui e lui voleva parlare e questo abbiamo fatto". Il coraggio di Ingrid - Ingrid continua il suo racconto e dice: "Ormai la gente intorno era talmente tanta che non volevo che lui si agitasse o impaurisse. Ho continuato a parlargli per tenerlo calmo. Poi ho visto che il mio autobus si muoveva e sapevo che la polizia sarebbe arrivata molto presto. Gli ho chiesto se potevo fare qualcosa, ha detto no. Sono salita sull'autobus e dopo 10 secondi qualcuno è salito e ci ha fatti scendere. Ho visto arrivare un'auto della polizia. I due aggressori sono corsi verso l'auto e gli agenti li hanno colpiti alle gambe, credo. Sono solo contenta di essere riuscita a fare qualcosa che può avere evitato altri problemi. Al momento mi sento bene, ma so che l'effetto dello shock potrebbe investirmi più avanti. Ho parlato con lui per più di cinque minuti. Gli ho chiesto perché avesse fatto quello che aveva fatto. Ha detto che aveva ucciso l'uomo perché era un soldato britannico che aveva ucciso donne musulmane e bambini in Iraq e Afghanistan. Era furioso per la presenza in quei posti dell'esercito britannico". Ad un certo punto la donna racconta di aver visto del sangue riprendere a fluire dal corpo a terra e di aver sentito l'impulso di avvicinarsi. Ma non lo ha fatto, ha spiegato "perchè non volevo alterare l'uomo". "Gli ho chiesto cosa intendesse fare perchè la polizia sarebbe certamente arrivata presto. Ha detto che era una guerra e che se la polizia fosse arrivata, avrebbe ucciso gli agenti. Gli ho chiesto se questo gli sembrasse sensato ma era chiaro che voleva proprio questo. A questo punto l'uomo si è allontanato e la donna ha parlato con l'altro aggressore: "Era più tranquillo, più timido. Gli ho chiesto se mi volesse dare ciò che aveva in mano, un coltello. Ha detto di no. Gli ho chiesto se volesse andare avanti ed ha risposto più volte no. Non volevo agitarlo e l'altro uomo è tornato da me".