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Hitler vegetariano: rape, cioccolatini, fragole e un cocktail misterioso

La svolta dopo il misterioso suicidio dell'amata nipote Geli Raubal: il Fuhrer diventò dipendente da intrugli di vitamine che ne minarono salute e nervi

Giulio Bucchi
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di Roberto Festorazzi Adolf Hitler, in privato, viveva e appariva come un piccolo borghese dall'aria mite e tranquilla. L'immagine dell'uomo che accarezzava i bambini e giocava con i cani non era, in fondo, costruita artificialmente. Il Führer, infatti, molto spesso era affabile. Metodico e preciso fino alla pignoleria, visto da vicino era sorprendentemente diverso dal condottiero che infiammava le masse con la sua oratoria impetuosa. E infatti non sembra vero di poter cogliere sprazzi di umanità in questo singolare personaggio, posseduto dall'ossessione satanica di cancellare gli ebrei dalla faccia della terra. Nel 1936, quando Theo Morell fu assunto quale suo medico personale, Hitler era già un irriducibile vegetariano. Secondo Morell, che rimase con lui fino alla fine, il Führer non solo non mangiava pesce o carne, ma neppure consumava molte uova. Informazione, quest'ultima, che contrasta con notizie tramandate da altre fonti vicine all'entourage del dittatore, in base alle quali pare invece che divorasse una quantità impressionante di uova cucinate in vari modi. Sul vegetarianesimo di Hitler pare non sussistano dubbi. Il cancelliere del Reich attribuiva le proprie facoltà da superuomo invasato e la sua vigoria fisica alla dieta che seguiva. Il suo disgusto per la carne era tale per cui, a tavola, guardava con malcelato disprezzo i commensali che sorbivano brodo, che lui definiva, con orrore da convinto animalista, «tè di cadaveri». Leggi l'articolo integrale di Roberto Festorazzi su Libero in edicola oggi, venerdì 17 maggio

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