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Le priorità dell'Unione europea:toilette per le galline ovaiole

L'Ue censura l'Italia per l'inottemperanza alla direttiva sulle gabbie: i pennuti dovrebbero avere anche uno spazio per farsi le unghie

Matteo Legnani
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  di Giordano Tedoldi L'economia va a rotoli, le persone perdono il lavoro, la casa, la vita, ma sulle questioni davvero importanti l'Europa è sempre sul pezzo. Prendete le galline ovaiole, ad esempio. Sapete che animali sono, sono le galline allevate per rifornire le nostre tavole di uova. La commissione europea da tempo segue il gravissimo problema dello sfruttamento intensivo di queste povere bestiole. Dovete sapere che gli allevamenti italiani, insieme a quelli greci, sono i più disumani per le galline ovaiole, roba che in confronto le fabbriche di Manchester della fine dell'Ottocento, quelle studiate da Engels per stigmatizzare la disumana condizione degli operai e del proletariato, erano l'Eden.  Queste povere galline sfruttate dagli allevatori capitalisti sono attualmente costrette a produrre circa 300 uova all'anno in gabbie che non hanno recepito la direttiva 1999/74/CE. Secondo la quale  imponeva, dal primo gennaio 2012, che le benemerite ovaiole fossero alloggiate in apposite gabbie di ultima generazione, ossia fornite di uno spazio per fare il nido, razzolare, appollaiarsi, affinché a ciascuna galline fosse assicurato uno spazio vitale pari a 750 centimetri quadrati, con lettiere per i bisogni, posatoi e dispositivi per farsi le unghie. Leggi l'approfndimento su Libero in edicola venerdì 26 aprile  

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