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Boston: la pista qaedista e quella del nemico interno

Andrea Tempestini
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La morte si è appena abbattuta su Boston. Gli sguardi sono pieni di terrore, spaventati. I feriti riempiono gli ospedali, le immagini sconvolgenti di quanto accaduto al traguardo della maratona inondano le televisioni e i nostri occhi. Il bilancio, per ora, conta tre morti e molti feriti, alcuni in gravissime condizioni. E' stata una strage ma poteva essere un'ecatombe. La rete di sicurezza degli Stati Uniti è scattata con tempismo ed efficacia. L'Fbi indaga. Il presidente Barack Obama giura che "assicureremo alla giustizia il responsabile di questi atti di terrorismo". L'allerta è massima in tutto il Paese. Intorno alle 17 di martedì, ora italiana, il terminal centrale dell' aeroporto LaGuardia a New York è stato evacuato per la presenza di un pacco sospetto. Per il momento i voli sono stati sospesi.  Le due piste - Intanto, è ancora presto per individuare i colpevoli di Boston, ma le piste sono due: il terrorismo interno, magari con matrice di estrema destra, oppure l'eterno nemico qaedista. A poche ore dall'attentato, però, la pista privilegiata pare essere quella del nemico interno. La storia degli Stati Uniti è stata minata dai gesti dei gruppi estremisti razzisti, dalle folli azioni di un lupo solitario mosso dal morboso desiderio di fare una strage. Si pensi a Eric Rudolph, il killer dei giochi olimpici di Atlanta, 1996: uccideva usando cilindri bomba, è stato catturato nel 2003, si nascondeva nei boschi della Carolina. Necessario ricordare anche la strage di Oklahoma City: era il 1995, fu un massacro provocato da un ordigno creato con il fertilizzante da estremisti di destra. Passiamo al 2011, quando un folle xenofobo provò a colpire la marcia per Martin Luther King, una bomba in uno zainetto.  Contro lo "Stato tassatore" - La storia degli Usa, insomma, è piena dell'odio dei militanti di estrema destra, degli xenofobi il cui primo nemico è lo "Stato tassatore", lo Stato "tiranno" che cerca di limitare l'uso delle armi agli americani veri (e proprio in queste ultime settimane la polemica sul possesso di armi si è inacidita: il fatto potrebbe avere un qualche legame con l'attentato). Ad avvalorare la pista interna sono due particolari rivelati da due quotidiano della città, il Boston Globe e il Los Angeles Times. Il Il primo rivela che il primo ordigno esploso ieri si trovava vicino alla tribuna dove all'inizio della maratona era seduto il governatore del Massachusetts, Dave Patrick.   Secondo il Los Angeles Times, invece, gli elementi rudimentali con cui sono state fabbricate le bombe fa ritenere ad alcuni "investigatori federali che la matrice sia stata interna piuttosto che straniera". Pista qaedista - Ma i cani sciolti, i "terroristi solitari", quando operano in un Paese controllatissimo come gli Stati Uniti, sono costretti a sfruttare le setesse tecniche: bombe artigianali, fatte in casa con prodotti d'origine militare, assemblate nel segreto di un garage. E' per questo che resta calda anche la pista di un terrorista qaedista, di un seguace di Osama bin Laden. Ormai i terroristi islamici, nell'impossibilità di lanciare attacchi clamorosi come quello dell'11 settembre, si affidano a microcellule, magari formate da un singolo mujaejd, soprattutto se integrato negli Usa (con documenti puliti e regolari). Questo tipo di minaccia islamica è difficile da prevenire e indiviuduare. Si pensi al pachistano bloccato all'ultimo prima di far esplodere un'autobomba a Times Square, New York. L'obiettivo di questi terroristi è quello di far piombare gli Stati Uniti nel terrore, proprio come Bin Laden e il successore, Al Zawahiri, hanno predicato fino alla morte. Identificata la seconda vittima -  Intanto il Boston Globe ha identificato un'altra delle tre vittime dell'attentato alla Maratona di Boston: si tratta di Krystle Campbell, una ragazza di 29 anni di Arlington, sobborgo di Boston. "Ogni anno - il giornale - andava a vedere la Maratona e quest'anno era venuta con un'amica, che ora è ricoverata con ferite gravi". La terza persona rimasta uccisa, invece, non è ancora stata pubblicamente identificata.  

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