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Lavatrici e cellulari: creati per avere una vita breve

Una ricerca promossa dal governo tedesco mostra come alcuni beni siano prodotti con elementi di qualità scadente proprio per rompersi al termine della garanzia

Marta Macchi
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Quando si studia economia ci viene insegnato che spesso le aziende che offrono dei beni o servizi, come ad esempio le compagnie aeree, decidono di peggiorare qualitativamente e consapevolmente il proprio prodotto (e di proporlo ad un prezzo inferiore) per non perdere il segmento di mercato meno disposto alla spesa. Quando si parla di elettrodomestici il discorso diventa simile se non che, in questo caso, il prezzo del bene non viene ribassato ma semplicemente si offre al potenziale cliente un oggetto non all'altezza del corrispettivo economico. Quante volte la vostra lavatrice, il vostro frigo, il vostro televisore si sono guastati magari proprio a qualche giorno di distanza dallo scadere della garanzia? La risposta oggi arriva da uno studio commissionato dai Verdi tedeschi ad alcuni scienziati ed economisti specializzati del settore che hanno indagato sul perché di questo fenomeno. L'indagine - Il gruppo parlamentare degli ecologisti con l'aiuto dell'esperto Stephan Schridde, e il professor Christian Kleissn della facoltà di economia di Aalen, ha deciso di compiere degli esperimenti su una ventina di elettrodomestici e altri prodotti di consumo. L'assioma che ne è derivato si chiama in gergo "obsolescenza programmata" e viene attuato dall'azienda per poter produrre di più e di conseguenza vendere una quantità maggiore: il tutto a danno dei consumatori. La cosa è semplice, si tratta di inserire, all'interno del bene, alcune componenti elettroniche di qualità scadente (condensatori elettrolitici di scarso pregio) che hanno, quindi, una scadenza a breve termine in termini di vita così da indurre il fruitore ad aggiustare (cosa che avviene raramente dato che ogni volta ci sentiamo ripetere dal tecnico: "per questa cifra non conviene riparare, meglio acquistarne uno nuovo) o ad comprarne un'altro. Bingo! Il gioco è fatto. Vita breve - In Germania, l'associazione dei produttori di elettrodomestici ha commentato in questo modo i risultati della ricerca: "Se fosse così i consumatori cambierebbero subito marca, e le aziende si rovinerebbero". Ma si sà, la storia insegna. Già nel 1924, infatti, i produttori di lampadine si accordarono in gran segreto per produrre luci che durassero al massimo mille ore. Furono scoperti ma, ancora oggi, la proibizione a ridurne la vita non è mai stata messo in atto. La verità è che in quest'epoca totalmente tecnologica i nostri elettrodomestici durano sempre meno: la loro vita media è crollata, dai 12 anni del 1998 ai sei e mezzo odierni, e questo per quel che riguarda i prodotti di una certa qualità (e costo). Parlando ad esempio di lavatrici più economiche la loro salute inizia a peggiorare ad appena 3 anni di esistenza. Questo vale per tutti i marchingegni elettronici in nostro possesso: i-pod, i-phone, i-pad (che a differenza del buon vecchio telefono tipo "cabina telefonica" non hanno una batteria sostituibile), tablet, computer e molti altri. Stefan Schridde e Kreiss hanno spiegato i risultati della loro indagine molto chiaramente: "L'obiettivo è la massimizzazione della rendita di capitale. La strategia del detioramento della qualità dei prodotti viene alla fine premiata dall'aumento degli utili".  Come sempre quindi i potenti vincono e noi, mani al portafoglio, paghiamo.

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