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Chavez, l'ultimo caudillo marxista lascia il Venezuela con i conti in rosso

Eliana Giusto
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  di Maurizio Stefanini «Dopo aver combattuto per due anni, con l'amore del popolo, con le benedizioni dei popoli e con la lealtà dei compagni, è morto». Così alle 23 italiane di ieri il vicepresidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato la scomparsa di Hugo Chávez, a 59 anni di età. «Noi assumiamo la tua missione, comandante Chávez. Le tue bandiere saranno levate. Grazie da parte di questo popolo, presidente. In nome della famiglia di Chávez e del popolo, accompagneremo il comandante presidente fino alla sua ultima dimora. Cari compatrioti, molta forza e molto coraggio. Dobbiamo superare questo dolore tanto forte».  Che la situazione fosse agli sgoccioli si era capito in mattinata, quando, dopo aver a lungo minimizzato e negato la gravità del male, il ministro della Comunicazione e Informazione Ernesto Villegas aveva ammesso che c'era «un peggioramento della funzione respiratoria collegata con lo stato di immuno-depressione del presidente. Attualmente presenta una nuova e severa infezione».  Guarda le foto storiche di Chavez Guarda il video Alcune voci hanno parlato di un trasferimento d'urgenza a Cuba, altre che fosse in realtà già morto e che si cercasse solo il modo di dirlo. Poi il governo venezuelano ha iniziato a proclamare che Chávez era stato probabilmente «avvelenato come Arafat», chiedendo un'indagine internazionale e arrivando a espellere due funzionari dell'ambasciata statunitense. E a quel punto si è aspettato solo che la notizia venisse data.  Chiaramente, a questo punto risulta che aveva pienamente ragione l'opposizione nell'accusare di irresponsabilità il regime per il modo in cui stava occultando la verità, forzando addirittura la Costituzione pur di non andare a nuove elezioni. Era evidente che solo una sparata del genere avrebbe potuto permettere di passare dalla difensiva all'offensiva, e di galvanizzare i militanti chiamandoli alla difesa della Rivoluzione. Solo un modo di guadagnare tempo, o c'è il rischio che l'accusa venga utilizzata per blindare il potere con un golpe bianco ai danni degli stessi oppositori? Nei giorni scorsi Maduro aveva comunque già preparato la notizia, spiegando che Chávez si era ammalato per aver trascurato la propria salute dedicandosi tutto al bene del popolo. In effetti, era evidente che la sua quarta campagna elettorale avrebbe costituito uno sforzo tale da mettere a repentaglio la sua incerta guarigione. Lui ha voluto correre lo stesso, ha vinto, ma non ha potuto neanche prendere possesso. Il volto gonfio dei comizi sembrava confermare l'idea che si fosse riempito di medicinali apposta per stare in piedi, anche a costo di darsi il colpo finale. Forse così ha però costruito una leggenda che potrebbe sopravvivere agli evidenti limiti del personaggio.  Fondatore del socialismo del XXI secolo, presidente per 14 anni, inventore di uno stile politico che ha legato il modello caudillista alle nostalgie del marxismo, all'antipolitica, alla Teologia della liberazione e al pensiero no global, lascia un Paese in grave crisi economica (mentre il suo patrimonio si aggirerebbe sui due miliardi) in un'America Latina che invece è in pieno boom. Chissà se sarà forse ricordato come l'Evita Perón del nostro secolo...  

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