Ue, niente sconti all'Italia. La Merkel pensa al commissariamento
Senza Mario Monti, Berlino va nel panico. E Angela Merkel nei prossimi mesi ha tutta l'intenzione di non fare sconti all'Italia, fino ad arrivare alle estreme conseguenze: commissariamento. Nella diffidenza della cancelliera tedesca (alle prese con i timori dell'opinione pubblica, in piena campagna elettorale) pesano, naturalmente, le incognite del post-voto italiano. Senza un governo sicuro e con la prospettiva ben poco rassicurante (per Berlino, e pure per Bruxelles) asse Bersani-Grillo che di europeo ha ben poco, chiaro che oltralpe crescano malumori e preoccupazioni. In più, l'asse formatosi nel 2012 con la Francia è andato a farsi benedire: colpa del socialista Hollande, che ora bada più alla crescita che al rigore. Speculazione in Borsa - Il nodo del contendere, per ora, è Cipro, con la richiesta di Nicosia di un prestito per 17,5 miliardi di euro. Il problema non è l'entità del prestito, ma il segnale che rappresenterebbe al resto dei Pigs, paesi a rischio default tra cui c'è anche l'Italia. Respingere il contagio è la parole d'ordine di Merkel e dei vertici di Bruxelles. Come scrive Massimo Franco sul Corsera, l'impressione è che l'Unione europea con le sue politiche iper-rigoriste stia facendo le barricate contro le tensioni delle democrazie "meridionali", dove l'euroscetticismo è sempre più forte. D'altronde, l'allarme-speculazione è altissimo. Soprattutto in Italia, dove anche lunedì mattina Piazza Affari ha aperto nel peggiore dei modi: indice Ftse Mib a -1,02% a 15.533 (e All Share a -0,81%, a 16.511 punti) e spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti di nuovo a quote preoccupanti, 344 punti (dopo aver toccato i 350 in avvio). Il timore è di arrivare nel giro di qualche settimana alla situazione di pressione del tardo autunno 2011, quando la crisi del governo Berlusconi fece sfondare la soglia dei 500. Anche allora, per garantirsi, l'Europa fece pressione per un "commissariamento".