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Chi è Peer Steinbruck: ex posteggiatore, insulta Berlusconi e Grillo e può mandare a casa la Merkel

Il candidato del partito socialdemocratico (Spd) alla Cancelleria tedesca da ragazzino era soprannominato dai compagni di classe "Kasper". Cioè pagliaccio...

Giulio Bucchi
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  di Enzo Piergianni La voglia di dare del pagliaccio agli altri, Peer Steinbrück se la porta appresso da quando andava a scuola al Johanneum di Amburgo (con pessimo profitto). Per le sue baggianate era stato bollato  “der Kasper” (pagliaccio)  dai compagni di classe. Lo ha raccontato il biografo Daniel Friedrich Sturm, molto prima del suo comizio di martedì sera a Potsdam col pesante attacco a Beppe Grillo e Silvio Berlusconi («un clown di professione e un clown ad alto tasso di testosterone») che ha indotto il presidente Napolitano ad annullare l'invito a cena nel sontuoso Hotel Adlon (un «cinque stelle», neanche a farlo apposta) nel centro storico di Berlino. Nelle elezioni politiche di settembre, il «Kasper» contenderà ad Angela Merkel la cancelleria federale. È il candidato del partito socialdemocratico (Spd), ma prima e dopo la sua designazione  ne sono venute fuori talmente tante su di lui che molti suoi sostenitori farebbero volentieri marcia indietro. Il suo pesante sarcasmo amburghese risente probabilmente di quando faceva il posteggiatore nel quartiere a luci rosse di Reeperbahn dove, a suo dire, «le ragazze erano le più generose con le mance». In politica a fatto carriera fino a diventare ministro delle Finanze nel governo di «Grosse Koalition» sotto la Merkel. Nel marzo 2009 ha guerreggiato a parole contro il segreto bancario in Svizzera agitando la  minaccia di «usare la frusta» e poi paragonando gli svizzeri ai pellerossa che si spaventavano solo “davanti al Settimo Cavalleria”. Un gran fracasso mediatico, ma senza effetti concreti. Due mesi dopo, sempre nel suo impetuoso quanto sterile assalto ai paradisi fiscali, Steinbrück se la prendeva col Lussemburgo. E accostava malignamente la capitale del Granducato a Ouagadougou, capitale di Burkina Faso. Il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, gli rispose velenosamente che anche l'invasione nazista del suo paese era cominciata con i discorsi. La campagna elettorale del «Kasper» è stata compromessa in partenza da recenti  rivelazioni sulle sue finanze private. Tornato semplice deputato,  l'ex ministro, anziché tuffarsi nei lavori del Bundestag, è entrato nel giro del club Bilderberg e si è specializzato a fare conferenze in ambienti industriali e finanziari, incassando nella legislatura corrente circa 2 milioni di euro in aggiunta alla cospicua indennità parlamentare.  

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