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I genitori vogliono farla abortire16enne li porta in tribunale e vince

I giudici hanno ratificato che la ragazzina potrà partorire, che non dovrà più subire minacce di violenze e anche che potrà sposarsi con il padre biologico

Matteo Legnani
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Una minorenne texana, 16 anni e senza nome, è la nuova eroina del movimento contro l'aborto negli Stati Uniti. Rimasta incinta e decisa a tenersi il bambino, ha portato in tribunale i genitori che la volevano costringere a interrompere la gravidanza e ha vinto. Nell'esposto si legge che la ragazzina era stata minacciata con la forza. I giudici hanno ratificato, nell'accordo extragiudiziale raggiunto in extremis con la famiglia, che la ragazzina potrà partorire, che non dovrà più subire minacce di violenze e anche che potrà sposarsi con il padre biologico, Evan Madison, anche lui sedicenne. La coppia di minorenni ha piani di matrimonio appena possibile, e intanto la giovane vivrà con sua madre. Il futuro sposo, malgrado la tenerissima età, non si è sottratto alle interviste in tv. «Emotivamente è stata dura e stressante», ha detto a MyFoxHouston. «Abbiamo dovuto lottare e litigare per tutto questo e per ciò che succederà adesso, perché i suoi genitori sono molto imprevedibili». Saputo della gravidanza, i genitori avevano fatto pressioni sulla giovane, che nelle carte legali è indicata solo con le iniziali R.E.K, affinché abortisse con la forza e poi denunciasse l'interruzione della gravidanza come «naturale».  Alla fine, però, hanno capitolato davanti ai giudici, acconsentendo pure di restituire alla figlia la macchina, e di pagarle le bollette del cellulare e metà della sua polizza sanitaria.  Nella causa R.E.K era rappresentata dagli attivisti del «Texas Center for Defense of Life», centro texano per la difesa della vita, che hanno definito l'intesa un successo nella battaglia contro l'aborto. «Questa è una vittoria per la vita», ha detto in tv l'avvocato Stephen Carey, «e siamo contenti che i due giovani si siano battuti per il diritto alla vita e che la nostra cliente abbia rivendicato che il suo bambino aveva il diritto di vivere, e che lei voleva proteggere ciò». R.E.K è adesso alla decima settimana di gravidanza, e il suo fidanzatino Madison è stato fermissimo fin da subito nel voler diventare papà, spinto dalla propria storia personale: «Mio padre non è stato mai parte della mia vita, e io non voglio essere come lui. Ancora oggi non so chi sia mio papà», ha detto. Nella battaglia legale Madison è stato spalleggiato dalla sua nuova famiglia, al punto che sono stati i suoi attuali genitori a contattare il Texas Center for Defense of Life. Nel sostenere il caso lunedì in Corte, un avvocato ha citato una legge statale che stabilisce che una persona, a prescindere dalla sua età, non può essere costretta ad abortire. di Glauco Maggi

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