Onu: Ban Ki-moon attacca "Paralisi diplomatica". E Obama: "Gli Usa non possono risolvere tutto da soli"
"Quattro anni di paralisi diplomatica del Consiglio di Sicurezza hanno fatto sì che la crisi siriana sia diventata fuori controllo". Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni unite, sferza i Paesi dell'organismo di cui è a capo, e indica i maggiori responsabili del suo immobilismo: "Russia, Usa, Arabia Saudita, Iran e Turchia". L'ex diplomatico sud coreano delegittima i dai bombardamenti francesi ("non c'è soluzione militare al conflitto siriano") e attacca il premier ungherese Orbàn ("nel Ventunesimo secolo non possiamo costruire muri e steccati). Più tardi all'Onu ha preso la parola il presidente degli Stati uniti Barack Obama, che ha detto: "Gli Usa non possono risolvere da soli i problemi". Ha parlato della crisi in Siria, criticando le posizioni della Russia: "c'è qualcuno che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad, perché l'alternativa è molto peggio". Per Obama, il dittatore siriano non può far parte di un governo di transizione, perché è "un dittatore che massacra i cittadini". Anche qui, dunque, le posizioni sono distanti da quelle russe; diventano incolmabili a proposito dell'Ucraina, in difesa della quale Obama rivendica l'adozione delle sanzioni contro il Paese di Putin. Alle parole di Obama ha risposto poco dopo lo stesso Vladimir Putin, che ha ricordato come lo Stato Islamico "non è uscito fuori dal nulla, anzi è stato utilizzato come strumento da usare contro i regimi laici". "Sarebbe ipocrita e irresponsabile parlare del terrorismo internazionale mentre non si tiene conto del sostegno finanziario al terrorismo", ha sottolineato il presidente russo, avvertendo come sia ugualmente "irresponsabile" cercare di "manipolare i gruppi terroristici". Davanti ai membri dell'Onu Putin ha poi sollecitato la creazione di una "ampia coalizione davvero internazionale" per combattere il terrorismo, una iniziativa simile "alla coalizione contro Hitler formata durante la Seconda guerra mondiale". "La situazione attuale nel mondo non può essere ulteriormente tollerata", ha denunciato Putin, secondo cui il rifiuto a cooperare con le forze di Assad "è un enorme errore" perché "bisogna riconoscere che nessuno eccetto per Assad e le sue milizie combattono davvero l'Isis in Siria".