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Egitto, rivolta a Port Said: almeno 30 morti, 300 feriti

Lo scorso febbraio morirono 74 persone allo stadio: per quegli incidenti 21 condannati a morte. E in strada si scatena la rabbia

Giulio Bucchi
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Altro sangue in Egitto: almeno 30 morti a Port Said che si aggiungono agli scontri di piazza di venerdì in tutto il paese che hanno provocato 10 morti a Suez. Questa volta la causa scatenante non sono state le proteste contro il presidente Mohamed Morsi e la sua svolta islamista, ma le 21 condanne a morte comminate per la strage allo stadio del febbraio 2012, in cui morirono 74 persone. Rivolta di strada - Il drammatico bilancio di Port Said, ancora parziale, parla di almeno 30 morti, tra cui due agenti e due calciatori, e oltre 300 feriti. I due calciatori morti sono Tamer al-Fahla della squadra dell'al-Masry e Mohamed al-Dadhwi, che gioca per lo al-Mareekh. Entrambe sono team di Port Said. Lo stadio di Port Said fu teatro di un'autentica battaglia tra i tifosi locali dell'Al-Masry e quelli della squadra cairota dell'Al-Alhy. Secondo molti osservatori gli incidenti furono pianificati dalla polizia o da nostalgici di Hosni Mubarak per vendicarsi degli Ultras dell'Al-Ahly che erano stati in prima linea nella rivoluzione contro il Rais. Sulle sfondo resta ancora alta anche la tensione politica all'indomani delle manifestazioni di protesta contro il presidente Morsi, dopo che a Suez sono rimaste uccise 10 persone nelle manifestazioni di protesta nel secondo anniversario dell'inizio della rivolta che portò alla deposizione di Mubarak.

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