Ue, oggi le nomine: Federica Mogherini agli Esteri, il francese Moscovici all'Economia ma c'è il no della Merkel
E' il giorno di Federica Mogherini. Salvo clamorose sorprese, il ministro degli Esteri italiani verrà nominata alla guida del Pesc, come alto rappresentante della Politica estera dell'Unione europea. Ha avuto buon gioco, dunque, il pressing stile rischiatutto di Matteo Renzi su Bruxelles, per imporre la sua candidata e dribblare concorrenti (soprattutto dall'Europa dell'Est) e polemiche (sulle simpatie filo-russe della Mogherini). Nella pre-riunione a Parigi tra i premier socialisti, avvenuta in mattinata, Renzi ha strappato il sì unanime del gruppo Pse alla candidatura della bionda ministra. Occhio però, perché un esperto di trame di palazzo come Luigi Bisignani frena gli entusiasmi. "Da quel che so - spiega a Franco Bechis su Libero Tv (clicca qui per guardare il video) - nella Commissione che la dovrà esaminare in Europarlamento si sta preparando una serie di domande durissime per farla cadere in trappola, come accadde all'epoca con Rocco Buttiglione, costretto subito alle dimissioni". Allora furono le posizioni cattoliche e conservatrici su famiglia e omosessualità a silurare l'ex dc scelto da Berlusconi, domani a fregare la Mogherini potrebbe essere, appunto, Putin. Moscovici vs Merkel - Nel frattempo a Bruxelles la bagarre si è spostata su un'altra nomina, decisamente più pesante rispetto a quella degli Esteri. E' la poltrona dell'Economia, da 5 anni occupata dai rigoristi di ferro come i finlandesi Rehn e Katainen, ma che potrebbe passare a un socialista e "riformista" come il francese Pierre Moscovici. Sostenuto dal presidente François Hollande e, guarda caso, dal nostro Renzi, l'ex ministro delle Finanze di Pariti non raccoglierebbe però i favori di Angela Merkel, che lo reputa "troppo morbido" su conti e flessibilità. La scelta di Moscovici sarebbe altamente simbolica per l'Unione: Renzi su Twitter ha parlato di "cambiare verso" all'Europa, e di certo la nomina all'Economia in questo senso ha più peso di quellla agli Esteri. In partenza per Parigi, vertice socialisti e democratici europei: crescita, investimenti, occupazione. Europa #cambiaverso— Matteo Renzi (@matteorenzi) 30 Agosto 2014 Le poltrone e i favoriti - Il verdetto arriverà sabato in serata, e sulla carta è l'unica posizione ancora in dubbio. Alla presidenza del Consiglio europeo, in sostituzione di Herman Van Rompuy, a fine anno andrà quasi sicuramente il premier polacco Donald Tusk, mentre il ministro delle Finanze spagnolo De Guindos dovrebbe sostituire l'olandese Dijssenbloem alla guida dell'Eurogruppo. Nel resto della squadra della Commissione c'è equilibrio tra i popolari (vincitori delle elezioni di maggio) e i socialisti (comunque molto forti e necessari per arginare l'ondata degli euro-scettici). La Merkel proverà fino all'ultimo a piazzare al Commercio Estero (posto chiave) il suo Gunter Oettinger, frenato però dalla scarsa conoscenza dell'inglese e per questo spera ancora la svedese Cecilia Malmstroem (che sull'inglese ha recentemente corretto il nostro Angelino Alfano). Katainen passerebbe dall'Economia all'Industria, lo spagnolo Canete è favorito per l'Agricoltura, il lettone Ansip per l'Agenda digitale. Ma c'è sempre il fattore quote rosa, visto che il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha richiamato tutti a privilegiare candidature femminili. di Claudio Brigliadori @piadinamilanese