Stato islamico, il progetto dei jihadisti: "Armi batteriologiche alla peste bubbonica"
Una bomba alla pesta bubbonica. Sarebbe questo uno dei progetti di armi batteriologiche allo studio dei guerriglieri dello Stato Islamico. Un deciso passo avanti nella guerra del terrore rispetto a decapitazioni e fucilazioni da trasmettere via web o possibili attentati suicidi in Occidente. A rivelare l'ipotetico piano d'attacco dei fondamentalisti sunniti salafiti è Foreign Policy, rivista di politica internazionale americana di proprietà del Washington Post. Fonte autorevole, dunque, anche se la notizia è da prendere con le molle. Il pc del jihadista - E' stato il comandante di un gruppo ribelle moderato siriano, Abu Ali, a fornire al giornale statunitense le prove di questo disegno criminale. Dopo giorni di scontri in Siria con milizie jihadiste del Califfato di Al Baghdadi, Ali e i suoi uomini hanno messo le mani sulle loro armi, munizioni e un pc Dell con cavo di alimentazione, dimenticato dai jihadisti nella concitazione della fuga. "L'ho subito preso e l'ho aperto - racconta il militare siriano -. Pensavo che fosse rotto o guasto. In realtà era perfettamente funzionante. Ho cercato tra le risorse ma erano vuote. L'ho comunque conservato e portato via. Con alcuni compagni più esperti di informatica abbiamo iniziato a navigare sull'hard disk e senza neanche ricorrere ad una password siamo riusciti ad entrare e scovare una montagna di file: ce n'erano 35.347 suddivisi in 2.367 cartelle". Secondo i giornalisti di Foreign Policy il proprietario del pc sarebbe un tunisino, Muhammed S., con alle spalle studi di chimica e fisica in patria di cui due università non hanno più notizie dalla fine del 2011. "Piccole granate nelle metropolitane" - Nel laptop cerano documenti in francese, inglese e arabo. Non solo discorsi religiosi, ma anche "guide" per il perfetto guerrigliero: come costruire bombe, rubare automobili, suggerimenti per travestirsi e sfuggire ai controlli dei posti di blocco. Quindi quel file, con la ricetta per costruire ordigni batteriologici "caricati" a peste bubbonica ricavata da animali infatti, dagli imprevedibili, terrificanti effetti su scala mondiale. "Il vantaggio delle armi biologiche - si legge in quelle pagine - è che non richiedono grossi investimenti, mentre le perdite umane possono essere enormi". "Quando il microbo viene iniettato nei topi - è un altro passaggio dei documenti contenuti nel pc -, i sintomi dovrebbero iniziare a comparire nel giro di 24 ore". Quindi il vademecum per il perfetto terrorista: "Riempire piccole granate con il virus e poi gettarle in ambienti chiusi. Come metropolitane, stadi, discoteche. Meglio usarle accanto alle prese dell'aria condizionata. Il batterio di espande in pochi minuti e colpisce migliaia di persone". Impossibile sapere, al momento, se le milizie del Califfato hanno già tra le mani armi di tipo batteriologico. Di sicuro, però, tra le loro fila compaiono diverse centinaia di ex soldati e ufficiali dell'esercito iracheno di Saddam Hussein, e al nuovo regime di Al Baghdadi non mancano né risorse economiche né logistiche, potendo contare sui laboratori e i tecnici già attivissimi ai tempi del Rais.