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Francia, il ministro di Hollande col conto in Svizzera: sospetti di evasione

Jerome Cahuzac, responsabile del Bilancio, spreme i contribuenti ma ai giudici dovrà dimostrare di non essere un "furbetto"

Giulio Bucchi
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di Carlo Nicolato  Oltre ad essere il ministro del Bilancio in carica, Jérôme Cahuzac è conosciuto in Francia per la suo piglio serioso, la sua professionalità e soprattutto per l'impegno religioso con il quale sta interpretando la sua principale missione, quella cioè della lotta all'evasione fiscale. Immaginate dunque quale possa essere stato il clamore in Francia quando un mesetto fa l'autorevole sito Mediapart del noto giornalista d'oltralpe Edwy Plenel ha pubblicato la fantomatica intercettazione di una telefonata di qualche anno fa nella quale l'attuale ministro, allora vicepresidente del gruppo socialista in Parlamento, ammetteva di avere un conto in Svizzera del quale voleva disfarsi per ovvie ragioni politiche. Nella telefonata Cahuzac diceva a un ignoto interlocutore di provare un certo fastidio per «quel conto aperto laggiù» aggiungendo poi di essere preoccupato del fatto che «Ubs non è certo la più discreta delle banche». Il sito di Plenel spiegava inoltre che il conto era stato aperto all'inizio degli anni ‘90 e chiuso nel 2010, che i soldi erano stati trasferiti con una complicata operazione a Singapore e che a dimostrarlo ci sarebbe, oltre alla telefonata, un'altra importante testimonianza.    Ieri la magistratura francese ha finalmente aperto un'indagine preliminare per supposta evasione fiscale ma nel frattempo il ministro, che nega tutto e  che ha già querelato Plenel per diffamazione, ha passato forse il mese più complicato della sua vita. L'accusa che dal web è finita per forza di cose in Parlamento rischia di abbattere un uomo chiave del governo francese, al quale, solo per fare un esempio, in questi giorni è stato affidato il compito non facile di trovare il modo di recuperare quel miliardo di entrate perso dopo la bocciatura della tassa del 75% sui super redditi voluta da Hollande che peraltro lui non ha mai troppo condiviso. Ma soprattutto rischia di incrinare la credibilità di tutto l'esecutivo che ha fatto della lotta all'evasione uno dei nodi cruciali della sua esistenza e che vedrebbe il suo paladino accusato dello stesso reato che da ministro sta combattendo. Ma non tutto è chiaro, anzi. Perfino l'Ump ci va coi piedi di piombo, soprattutto perché Cahuzac è uomo troppo stimato per attaccarlo a testa bassa. In un'intervista a Le Figaro, il neo presidente Jean-François Copé, riferendosi al governo in carica, ha detto che  «in questa squadra di livello amatoriale possiamo dire che Cahuzac è uno dei pochi ministri a conoscere veramente i temi di cui parla». E soprattutto  Edwy Plenel è giornalista troppo poco stimato a destra per dargli sufficiente credito: «Non vogliamo fare quello che hanno fatto i socialisti negli anni di Sarkozy» e credere a tutto quello che è stato pubblicato da Mediapart, ha affermato Henri Guaino, «eminenza grigia» dell'ex presidente.  Da parte sua Cahuzac si difende sottolineando la bassissima qualità della registrazione messa in rete, sottolinea di non aver mai avuto conti all'estero, «né oggi, né nel passato», e per dimostrarlo ha pubblicato sul suo blog personale il piano di ammortamento del mutuo sulla sua residenza parigina dal quale si evince che tutti i pagamenti arrivano da conti francesi. Una mossa che non prova nulla come d'altronde per il momento nulla è provato delle accuse che arrivano dal sito Mediapart. Più precisa invece è la posizione dell'opinione pubblica che chiede a Cahuzac di fare chiarezza invitando Ubs a rendere note eventuali rapporti pregressi con il ministro.        

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