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Fondi ai terremotati dell'Emilia: no dell'Unione Europea

Cinque paesi, Berlino in testa, si oppongono al trasferimento di 670 milioni in favore dell'Emilia. L'Europa di noi se ne frega

Andrea Tempestini
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Uno schiaffo dall'Unione Europea. Cinque paesi, Germania in testa, si oppongono alla proposta di bilancio rettificativo per il 2012 presentata dalla Commissione europea e che rigurada l'esborso di 670 milioni di euro in favore dell'Emilia Romagna, la regione devastata dal terremoto la scorsa primavera. I fondi avrebbero dovuto essere sbloccati dal fondo d'emergenza sulle catastrofi naturali. Ora, come minimo, prima che vengano erogati si dovranno attendere altri cinque mesi. Dopo un anno di sacrifici in nome dell'Europa e dello spread, dal Vecchio Continente del rigore arriva il più amaro dei colpi bassi: niente soldi per i terremotati. Questo l'atteggiamento di diversi paesi europei nei confronti dell'Italia: Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia non vogliono pagare il conto, hanno spiegato le fonti europee. Viene da chiedersi, ora, dopo anni di tasse, sacrifici e un governo imposto dal Vecchio Continente, che senso abbia restare nell'Unione Europea. "Resto ottimista" - L'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, che rappresenta l'Italia nella trattativa per il bilancio Ue in corso a Bruxelles, si è comunque detto "ottimista di raggiungere stanotte un accordo sullo stanziamento di 670 milioni di fondi per le popolazioni colpite dal terremoto in Emilia Romagna". Nelli Feroci lo ha detto mentre proseguono, tesissime le trattative, e ha poi precisato che "nessuna delegazione si è espressa contro i Fondi dovuti all'Italia, ma cinque o sei paesi ritengono che la decisione sulle modalità del finanziamento deve essere contestuale a quella sulla rettifica del bilancio 2012 da 9 miliardi". Tutti i no della "cinquina" - Nel dettaglio, i rappresentanti dei governi dei cinque paesi hanno espresso la loro contrarietà al trasferimento nel corso della riunione Ecofin speciale sul bilancio dell'Ue, a Bruxelles. Gli stessi stati si sono opposti anche ad un secondo bilancio rettificativo, sempre relativo al 2012, in cui si chiede di finanziare gli 8 miliardi di euro mancanti per pagare le fatture dei programmi dei fondi di coesione, e i 90 miliardi necessari per il programma Erasmus di scambio degli studenti dei paesi membri. Inoltre, sempre la stessa "cinquina" capeggiata dalla rigorista Merkel, ha deciso di bloccare la proposta della Commissione del nuovo bilancio 2013 in cui di chiede un aumento del 7% rispetto all'anno precedente poiché, sostengono, si tratta dell'ultimo anno del periodo di programmazione finanziaria 2007-2013, e come sempre in questi casi vengono a scadenza la maggior parte delle fatture dei programmi attuati negli anni precedenti. Una riunione tesissima - All'Ecofin lo scontro sul bilancio è durissimo, e viene inquadrato dal commissario Ue al Bilancio, Janusz Lewandowski: "Ora sono arrivate le bollette da pagare. Cosa dovrei farne, ignorarle e buttarle nel cestino della spazzatura?". I negoziati tra Commissione, Consiglio e Parlamento per cercare di arrivare a un'intesa complessiva, si prevede, dureranno tutta la notte.  I negoziati all'Ecofin continuano con grande difficoltà, tanto che lo stesso Lewandoski ha pronosticato che la riunione non terminerà prima delle 3 o le 4 del mattino.

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