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Alla Mecca tappeti "made in China"Un business da 10 miliardi di dollari

Dal pellegrinaggio guadagnano ristoranti, agenzie di viaggi, società telefoniche ma anche negozi di souvenir

Lucia Esposito
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  di Maurizio Stefanini Non è cominciato nel modo migliore il pellegrinaggio alla Mecca: il primo giorno di tregua in Siria che proprio in occasione del suo inizio l'inviato dell'Onu Brahimi aveva arrangiato in Siria si è concluso con 146 morti, e anche l'altra tregua che l'Egitto aveva arrangiato tra Hamas e Israele non ha impedito il tiro di mortaiate da Gaza. Ma tra i 2 e i 3 milioni di pellegrini sono comunque attesi nella Città Santa. Un appuntamento  di intensa religiosità, ma anche di grande business: come d'altronde avviene per altri luoghi di pellegrinaggio cattolico, ortodosso, ebraico, indù, buddhista e perfino comunista (dalla mummia di Lenin ai luoghi del Che) o fascista (Le Monde ha appena dedicato ai visitatori di Predappio un  reportage dal titolo La Duce vita). Maometto approverebbe. Lui stesso era mercante, e con i maggiorenti della Mecca concordò che pur nel passaggio al monoteismo sarebbe rimasto quel pellegrinaggio alla Pietra Nera che per la città era la più importante fonte di reddito. Non solo guadagnano ristoranti, agenzie di viaggi, aerei e società telefoniche, ma anche i negozi di souvenir: che peraltro sono quasi tutti fabbricati in Cina, come i tappeti da preghiera e i rosari. L'anno scorso, la Camera di Commercio della Mecca ha stimato 10 miliardi di dollari di entrate. Un viaggio tutto compreso alla Mecca con un'agenzia può venire tra i 3000 e i 6000 dollari, solo una notte in un hotel vicino alla moschea principale ne viene 400, e in 35 anni il costo di un metro quadri di terra edificabile è salito da 3 dollari a 22.000. Lo stesso padre di Osama Bin Laden era un immigrato yemenita che venne nella Città Santa da povero muratore, e ne divenne uno dei più potenti palazzinari. Questo boom edilizio sta distruggendo i luoghi storici della Mecca, con relative critiche, ma il governo dice che non c'è alternativa, se si vuole dare ospitalità a tutti i pellegrini: da ricordare che per l'Islam fare almeno una volta nella vita il pellegrinaggio alla Mecca è uno dei cinque «pilastri della fede», assieme alla professione di fede in Allah unico Dio e Maometto suo profeta, alla preghiera, all'elemosina e al digiuno del Ramadan. Famigerata è la Bin Laden Tower: hotel di 600 metri,  pacchiana replica del Big Ben che la famiglia del terrorista ha costruito a pochi metri dalla Grande Moschea, distruggendo un preesistente forte di epoca ottomana. La dinastia saudita lo ha pagato 15 miliardi.    

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