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"Finiremo in mano ai nazisti"Frase-choc del premier greco

Samaras suona l'allarme: "La crisi ci ha ridotti come Weimar, e in questo contesto vincerà Alba Dorata". E intanto, il prossimo martedì, arriva la Merkel

Andrea Tempestini
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di Maurizio Stefanini La situazione ormai è talmente impazzita che quando il primo ministro greco Antonis Samaras in un'intervista al giornale tedesco Handelsblatt ha detto che senza nuovi aiuti a novembre il governo di Atene non potrà neanche pagare stipendi e pensioni e che c'è il rischio di fare la fine della Repubblica di Weimar, invece di crollare la Borsa ellenica è salita del 5%.  In realtà, non perché gli investitori locali facciano salti di gioia all'idea di poter presto marciare al passo dell'oca attorno al Partenone, ma semplicemente per il clima di euforia originato dall'annuncio della fusione tra Banca Nazionale e Eurobank Argasias. E qua intendiamoci: martedì Samaras si incontra con la Merkel, e ha fatto gran rumore nei salotti buoni dell'Occidente l'allarme sul pericolo nazista in Grecia lanciato dal New York Times dopo che Alba Dorata ha aperto la sua prima sezione nella Grande Mela. In particolare, il quotidiano Usa appariva scioccato da un video in cui 40 militanti di Alba Dorata chiedevano i documenti ai lavoratori stranieri al mercato di Rafina, come se fossero poliziotti. E a chi non risultava in regola venivano sfasciate le bancarelle. Presumibilmente, gli operatori della Borsa greca ritengono che Samaras abbia trovato finalmente il modo per impressionare i taccagni tedeschi, e la stia facendo più grave di quel che è solo per scucire un po' di euro.  Magari è proprio così. Ma è difficile sottrarsi all'impressione del ballo sul Titanic che affonda. «Siamo di fronte alla sfida più grande», dice Samaras. «La società si sta scollando  messa in pericolo dalla disoccupazione crescente, come è stato in Germania alla fine della Repubblica di Weimar». Alba Dorata, che ormai i sondaggi danno al terzo posto, è «qualcosa che non si era mai visto prima nel nostro Paese: la crescita di un partito dell'estrema destra, si potrebbe dire fascista, neonazista».  Tecnicamente, in termini politologici la Grecia è già a Weimar: una tipica coalizione stile Germania anni Venti è infatti il governo tra Nuova democrazia, Movimento Socialista Panellenico e Sinistra Democratica, forze moderate ma in teoria antitetiche, costrette ad andare d'accordo per sbarrare la strada del potere a sinistre e destre radicali.  D'altra parte, già dai tempo delle antiche gare teatrali che consacrarono Eschilo, Sofocle, Euripide e Aristofane i greci sono abituati a passare dalla tragedia alla commedia e viceversa quasi da un momento all'altro, e quasi in contemporanea.  Un'ulteriore tragedia, ad esempio, è stata quella dell'ex-ministro dell'Interno socialista Leonidas Tsannis, che si è suicidato dopo essere stato messo sotto inchiesta. Un'ulteriore commedia è la denuncia fatta da un deputato, e secondo la un'azienda sarebbe riuscita ad ottenere una rateizzazione dei propri debiti di oltre 750.000 euro verso l'Ente Nazionale per la Previdenza Sociale (Ika), in 4.700 rate mensili: ultima rata in scadenza il 31 marzo del 2404, ovvero circa 160 euro al mese per 391 anni. Il problema è che per ottenere i 31 miliardi di dollari che gli servirebbero per non andare in bolletta Samaras dovrebbe procedere a ulteriori tagli a posti e stipendi del settore pubblico per 13 miliardi, oltre a un aumento delle tasse. Il patrimonio privatizzabile si sta infatti rapidamente deprezzando, e contro i 50 miliardi che si pensava di ottenere appena un anno fa adesso il governo greco ha abbassato le proprie aspettative a meno di 19.  Intanto a Atene si susseguono le manifestazioni di lavoratori che non ricevono lo stipendio da mesi, e alcuni di loro hanno pure tentato di dare l'assalto al ministero della Difesa: in 106 sono stati arrestati, e 12 incriminati. «Le nuove misure, se saranno messe in pratica, ci distruggeranno.  Siamo già adesso sull'orlo del precipizio e ci vogliono buttare giù. Noi non vogliamo cadere quindi siamo costretti a resistere fino in fondo»: non lo dice un pericoloso eversore ma il presidente del sindacato di polizia Christos Fotopoulous. Cioè, il leader di coloro stessi che dovrebbero mantenere l'ordine se la situazione precipita, dopo che in due anni di austerity  i greci hanno perso un terzo del loro potere d'acquisto. I sondaggi hanno d'altronde dimostrato che gran parte  di quegli stessi poliziotti alle ultime elezioni hanno votato Alba Dorata, e ancora di più vi voteranno alle elezioni prossime.   

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