Cerca
Cerca
+

Illegittima anche la paga di 148 deputati di sinistra

default_image

Per sette anni i progressisti hanno denunciato i vizi del Porcellum, ma ora s'incollano alla poltrona. E pur di non andare al voto prolungano l'agonia del governo

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Strano davvero questo nostro Paese. Per sette anni le forze politiche di sinistra hanno denunciato l'illegittimità di una legge, quella elettorale, ma poi,  quando la Corte costituzionale ha certificato che la norma è irregolare e non rispetta i princìpi fondamentali su cui si regge la nostra Repubblica, che hanno fatto? Semplicemente nulla. Per quieto vivere o più semplicemente per convenienza, perché ora ci sono loro al governo, gli esponenti progressisti hanno deciso di fare finta di niente, anzi di tirare a campare pur di impedire agli italiani di fare ciò che sarebbe naturale: tornare a votare. Cosa c'è di così strano e pericoloso nella decisione di rimettersi al volere degli elettori nel momento in cui i guardiani della Consulta certificano che abbiamo un Parlamento illegittimo? Apparentemente nulla, se non che la legislatura in cui il Pd ritiene di aver vinto si è caratterizzata, oltre che per l'elezione di 148 signori che non ne avevano titolo, per l'espulsione di Silvio Berlusconi dal Senato e per l'introduzione di una serie di nuove tasse in sostituzione di quella sulla prima casa. Altro non ci pare che sia ascrivibile al governo delle larghe intese. Dunque qualsiasi persona di buon senso, di fronte a tali magri risultati e con l'economia nazionale che boccheggia, darebbe il via libera alla consultazione popolare, per ripristinare oltre alla legalità anche la normale dialettica che consente di governare un Paese. Invece no, con la scusa delle riforme da approvare e della legge elettorale da varare si tende a prolungare  l'agonia, nella speranza di scongiurare le elezioni e dunque un cambio di passo. Secondo Napolitano e i giornaloni della sinistra votare in primavera sarebbe un suicidio. Eppure altri Paesi che hanno scelto di affidarsi alle decisioni degli elettori per stabilire come si debba uscire dalla crisi sono stati premiati, perché dopo solo un paio d'anni di sacrifici ora intravedono la luce. È il caso della Spagna,  che proprio nel bel mezzo della tempesta finanziaria ha mandato a casa il socialista Zapatero per sostituirlo con il popolare Rajoy. Nonostante le elezioni, a Madrid non è successo nulla di drammatico, né tracolli né fallimenti, e allora perché dovrebbe capitare a noi? Come cercavamo di spiegare ieri, rispondendo a Giampiero Mughini, mentre altrove il ricorso al volere degli elettori è ritenuto logico e perfino auspicabile quando non si intraveda altra via d'uscita, in Italia è ritenuto un passo estremo, quasi eversivo.  In realtà ad essere  eversiva è la prosecuzione di un Parlamento illegittimo, anzi il tentativo di prolungare la legislatura ricorrendo a espedienti come il ritardo nella pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale (come ci possono volere settimane per riportare sulla Gazzetta ufficiale un semplice verdetto?) o la discussione di improbabili riforme. In Italia si parla di cambiare la  Costituzione più o meno dal giorno dopo che è stata approvata e mai si è arrivati al dunque, come ci potrebbero arrivare delle Camere che sono dimezzate? Ma soprattutto che valore avrebbero delle riforme fatte da un Parlamento su cui grava il peccato originale di essere stato eletto con un sistema incostituzionale? Vogliono farci credere che la Carta sarà riformata da chi non ha titolo per sedere fra i banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama? La Costituzione cambiata dagli incostituzionali?  Ieri abbiamo pubblicato il nome dei 148 onorevoli che, dopo la sentenza della Consulta, dovrebbero essere dichiarati decaduti, anzi, che non avrebbero mai dovuto essere  dichiarati eletti. Vista la fretta che la Giunta delle elezioni ha dimostrato con Silvio Berlusconi, battendo ogni record pur di espellerlo dal Senato, vogliamo vedere quanto tempo ci metterà questa volta per mandare a casa gli abusivi che si fregiano del titolo di onorevoli. Farà gli straordinari come è successo quando si è trattato di buttar fuori dall'aula il Cavaliere? Modificheranno il regolamento per votare senza che vi siano franchi tiratori?  Per quel che ci riguarda da oggi noi facciamo partire il nostro orologio: terrà il conto di quanti giorni sono passati dal momento in cui la Corte costituzionale si è espressa reputando illegale il Porcellum e soprattutto quanti soldi hanno incassato deputati e senatori dichiarati illegittimi. Così ognuno di noi saprà con chiarezza quanto ci costano i giochi del Palazzo e quanto ci costa non farci votare. Oltre alle tasse che dobbiamo sborsare, sapremo il prezzo degli abusivi. E con chi prendersela. di Maurizio Belpietro @BelpietroTweet

Dai blog