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Abbasso Letta, Forza Italia

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Questo governo colleziona solo gaffe e non ci fa uscire dalla crisi. Intanto il centrodestra si rompe tra lealisti e governativi. Domanda: caro Alfano, val la pena immolarsi per sostenere Cancellieri e gli altri?

Ignazio Stagno
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Come volevasi dimostrare: questo governo non serve a nulla se non a prendere in giro gli italiani. Nonostante le rassicurazioni e i toni trionfalistici usati da Enrico Letta e dal ministro dalle gambe corte Fabrizio Saccomanni, ieri l'Europa ha bocciato la legge di stabilità. Secondo la commissione esiste il rischio che la «bozza del piano di bilancio per il 2014 non rispetti le regole del Patto di stabilità e crescita». In particolare secondo la Ue a non essere confermato è l'obiettivo di riduzione del debito. Risultato: l'Italia non potrà fare uso della clausola sugli investimenti perché non rispetta le condizioni sul debito pubblico previste dal patto di stabilità. Tradotto: abbiamo un problema, perché non potremo mettere mano a quei 3 miliardi che parevano a portata di mano dopo l'uscita dalla procedura d'infrazione. Non solo: senza poter spendere 3 miliardi non potremo neppure beneficiare dei 6 miliardi che avrebbe dovuto concederci l'Europa. Dunque, all'appello mancano 9 miliardi, poco meno dell'equivalente della legge di stabilità. Eppure fino a ieri il presidente del Consiglio faceva mostra di tranquillità e anzi pronosticava una prossima ripresa dell'economia. E ancora ieri, nonostante la bocciatura, il ministro dell'Economia rasserenava gli animi dicendo che era già tutto previsto e non c'era alcun bisogno di fare cambiamenti alla manovra, quasi che a Bruxelles gli avessero fatto i complimenti per gli ottimi risultati conseguiti dal governo e dal nostro Paese. Balle insomma. Quelle che ci raccontano sono un mucchio di balle. A Palazzo Chigi ogni giorno danno i numeri, ma poi le statistiche dell'esecutivo si scontrano con quelle reali, l'ultima delle quali riguarda il nuovo record di fallimenti aziendali: 10 mila in soli nove mesi, 12 per cento in più dell'anno precedente.  Come se non bastasse già tutto ciò a segnare negativamente l'esperienza delle larghe intese, ci si aggiunge poi  la faccenda dei ministri pinocchio, che la verità ce la dicono sempre a metà e mai fino in fondo, se non quando sono presi in castagna. Il caso della ministra umanitaria è il più noto e il più imbarazzante. Anna Maria Barellieri, il guardasigilli che soccorre i malati quando si chiamano Ligresti, dopo la rivelazione di altre telefonate di «cortesia» alla famiglia dell'ingegnere ha fatto sapere tramite Corriere della Sera che se ritenuta «d'intralcio ne trarrà le conseguenze». E che cos'altro deve succedere perché un ministro debba essere considerato d'intralcio? Il 21 in Parlamento si discute una mozione di sfiducia contro di lei presentata dal Movimento Cinque Stelle e mezzo Pd è tentato di votarla, la maggioranza dunque rischia di andare in pezzi e con lei il governo, e nostra signora dei miracoli carcerari ancora s'interroga se la si nota di più se resta o se va via?  Addirittura, per giustificare le telefonate, aggiunge che il fratello di Ligresti è il suo medico di fiducia. Certo, lei lo consultava tre volte al giorno prima dei pasti per prescrizione sanitaria, è per questo che non si ricordava e non si ricorda di aver parlato con lui ventiquattr'ore prima che i magistrati di Torino le chiedessero conto del suo intervento umanitario a favore della nipote del dottore.  Normale, no?  Un pm chiede, a verbale, quante volte signora e la signora ricorda quelle di settimane prima ma non l'ultima, avvenuta il giorno precedente.  E poi aggiunge: non ho chiesto io di venire in questo ministero, come se per diventare guardasigilli bastasse fare domanda e non averla fatta giustifichi qualsiasi cosa, anche le telefonate fuori luogo.  Tuttavia la Cancellieri non è la sola a creare imbarazzi: Saccomanni non telefona ma parla, e quanto parla. Non solo nelle conferenze stampa, anche all'osteria e in spiaggia. La faccenda del ristorante e delle risate all'idea che a Berlusconi facciano «un culo così» è nota perché l'ha raccontata a Libero un lettore che ha assistito alla serata conviviale del ministro. Ma ora, dopo la smentita del responsabile dell'Economia, spunta un racconto simile e stavolta Saccomanni non era attovagliato in trattoria ma spaparanzato in spiaggia insieme con la moglie. A riferirlo è Aurora Lussana, direttrice della Padania, che quest'estate a San Teodoro ha udito il ministro dare dello sprovveduto al Cavaliere che sperava nella grazia di Napolitano. Non si sa se poi l'ex banchiere si sia  messo a sghignazzare come ha fatto sabato scorso, tuttavia il leader del centrodestra lo ossessiona più dello spread. Ciò detto, ci sia permessa una modesta riflessione. Se questo governo non è in grado di portarci fuori dalla crisi e si fa tirare le orecchie dall'Europa e al suo interno siedono una signora che passa il suo tempo a chiamare i Ligresti e un altro che lo occupa sparlando del Cavaliere, ha ancora senso che i cosiddetti alfaniani si giochino il futuro per difenderlo? La rottura nel centrodestra - che noi abbiamo in ogni modo suggerito di evitare - avviene perché tra lealisti e governativi c'è divergenza sul futuro dell'esecutivo. I primi vogliono mandarlo a casa, i secondi invece ritengono che farlo sia un errore. Tuttavia, a divorzio ormai consumato, resta una domanda di fondo:  ha senso immolarsi per  Letta, Saccomanni e la Cancellieri? A noi pare di no.  di Maurizio Belpietro @BelpietroTweet

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