Vittorio Feltri: Non facciamo figli solo perché costano
Dicono che Antonio Scurati sia un eccellente scrittore e non mi va di metterlo in dubbio. Ieri però ho letto sul Corriere della Sera un suo articolo sulle cosiddette culle vuote dal titolo: «Abbiamo vissuto nel presente. Ecco perché ci ritroviamo senza bambini». A parte il fatto che è difficile non vivere nel presente, dato che siamo contemporanei, mi meraviglio che ci siano molti individui, anche intellettuali, che si domandino come mai calino le nascite e se ne dispiacciano. Ma chi se ne frega se la società invecchia e se gli asili sono meno affollati rispetto ai tempi andati. Dov' è il dramma? Negli anni Cinquanta la popolazione italiana ammontava a circa 40 milioni di abitanti, i quali oggi sono 60 milioni. Significa che in mezzo secolo c' è stato un notevole incremento, di cui non dovremmo lagnarci, semmai rallegrarci, malgrado per decenni abbiamo imputato all' esplosione demografica ogni nostro problema, come predicavano all' epoca i radicali, i quali avvertivano che il pianeta più si riempiva di persone e più avrebbe sofferto per sopravvivere. Oggi invece si piange poiché non figliamo più. Mi sembra come minimo una contraddizione. Dobbiamo diminuire o aumentare? Ah, saperlo. Leggi l'editoriale integrale di Vittorio Feltri su Libero in edicola oggi