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L'abolizione dell'Imu è una fregatura

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Chi possiede solo una casa è graziato (per il 2013). Ma chi ha la seconda casa al mare pagherà di più già da quest'anno. Poi nel 2014 arriverà per tutti una nuova patrimoniale: la Service tax. Insomma, non c'è da esultare

Giulio Bucchi
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Alcuni lettori ci accusano di eccesso di pessimismo, imputandoci di essere bastian contrari per vocazione o, peggio ancora, per partito preso. Lo spunto delle critiche è dato dai nostri commenti all'abolizione dell'Imu decisa ieri dal governo, provvedimento che avrebbe dovuto farci strillare di gioia e invece ci ha indotti a sospettare una fregatura.  Può darsi che, a forza di frequentare politici, in redazione alcuni di noi siano stati contagiati dalla brutta malattia chiamata dietrologia e che la mania di dubitare di tutto e tutti ormai faccia parte del nostro dna senza eccezioni. Tuttavia a criticare il decreto che abroga l'Imu abbiamo fatto bene, perché - come diceva Andreotti - a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Infatti, mentre sulle prime pagine dei quotidiani venivano acclamate, fra gli esperti affioravano  perplessità sulle decisioni prese dal Consiglio dei ministri. Vediamo dunque di spiegare cosa c'è che non va e perché non sbagliavamo a prendere il provvedimento con le molle. Prima cosa e seconda casa. Il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa ha annunciato che la cancellazione dell'Imu avverrà senza l'introduzione di nuove tasse. In pratica per la prima volta nella storia patria il contribuente ci guadagnerebbe e non dovrebbe ripagare con gli interessi lo sgravio. Bello, bellissimo, ma difficile da credere  e infatti era meglio diffidare della promessa. Perché se da un lato è vero che chi possiede la sola casa  di abitazione,  cioè la prima casa, almeno nel 2013 non verserà l'Imu, è altrettanto sicuro che i proprietari di seconde case, cioè di abitazioni per le vacanze, non solo pagheranno l'Imu, cioè una patrimoniale, ma dovranno anche corrispondere l'Irpef sull'alloggio, come se questo producesse un reddito. In pratica, a tutti gli italiani che hanno l'appartamentino al mare o ai monti le nuove regole costeranno il doppio di quello che costavano le precedenti. La metà circa del mancato introito dell'Imu sulla prima casa è a carico loro e infatti il ministero dell'Economia conta di spremerli fino a incassare un miliardo e trecento milioni. Non è tutto: l'Irpef sulle seconde case è retroattiva, dunque entro il prossimo novembre i contribuenti dovranno versare il 100 per cento della nuova tassa già in funzione nel 2013. Di più: c'è anche la stangata sugli affitti.  Tra le misure adottate ieri dall'esecutivo non esiste solo l'abolizione dell'Imposta municipale, ma anche la possibilità di rivedere i meccanismi della Tares, cioè della tassa che ha sostituito quella sui rifiuti urbani. La criticatissima imposta è già stata versata, almeno per quanto concerne la prima rata, ma ai Comuni è concessa la facoltà di correggerla al rialzo, caricando l'aumento sulla scadenza di fine anno. Tradotto, significa che il governo ha fatto un pacco di Natale ai contribuenti, anche a quelli in affitto, perché i rifiuti riguardano anche loro e tutti potrebbero trovarsi un regalino di fine anno che servirà alle amministrazioni locali per rimettere a posto i conti, ripianando la voragine aperta dalla cancellazione dell'Imu. Insomma, quello che gli italiani non pagano con una mano rischiano di pagarlo con l'altra. Non solo: il ministro dell'Economia Saccomanni  ha annunciato ieri che la Service Tax, cioè l'imposta che nel 2014 è destinata a subentrare a Imu e Tares, sarà più equa, perché farà pagare di più a chi inquina di più. In realtà i criteri che paiono essere stati presi in considerazione continuano ad essere i metri quadrati e la rendita: cioè significa che la Service Tax è una patrimoniale nascosta camuffata da tassa di servizio e colpisce le case più grandi e non i grandi inquinatori. In pratica, chi possiede un alloggio di 100 metri quadri ma in esso vive solo e dunque produce pochi rifiuti dovrà versare più di quanto tocca a cinque persone che vivono in un'abitazione di 90 metri quadrati ma consumano e producono di più. Dove stanno quindi l'equità e la novità? Altrove, ad esempio in Svizzera, la spazzatura si paga a volume o a peso: da noi si versa a prescindere, anche se non si producono rifiuti perché la casa è disabitata. È sufficiente tutto ciò per dire che la sbandierata abolizione dell'Imu è una presa per i fondelli? A noi pare di sì e per questo non ci sentiamo né pessimisti né ottimisti, ma semplicemente privi di paraocchi.  Un ultimo appunto:  nel passato la sinistra strillava contro i tagli lineari di Tremonti, sostenendo che mettevano a rischio i servizi ai cittadini. Per finanziare il taglio dell'Imu, il governo Letta ieri ha annunciato un taglio lineare del 10 per cento ai bilanci di tutti i ministeri ma nessuno ha protestato. Improvvisamente sono diventati tutti ottimisti?  di Maurizio Belpietro [email protected] twitter @BelpietroTweet        

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