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Bersani apre il mercato dei deputati

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Per sopperire alla carenza di consensi la sinistra e i montiani andranno a caccia di deputati altrui. Per fermarli serve un voto netto che renda inutile il voltafaccia di chi è pronto a vendersi

Nicoletta Orlandi Posti
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di Maurizio Belpietro Nella legislatura che si sta concludendo quasi duecento onorevoli hanno tradito il partito che li aveva portati in Parlamento, passando ad un altro spesso di idee contrastanti rispetto al primo. Niente di nuovo osserverà qualcuno. Il fenomeno dei voltagabbana è sempre esistito e sempre esisterà, anche perché la Costituzione non prevede per deputati e senatori alcun vincolo di mandato e questi interpretano il proprio ruolo  sentendosi vincolati solo agli interessi loro, cioè al proprio tornaconto personale. Perciò saltano da un gruppo all'altro con la stessa abilità di Tarzan e cambiando bandiera con la stessa rapidità con cui sostituiscono la camicia. Ma nonostante gli opportunisti non siano una prerogativa degli ultimi cinque anni, è difficile non notare che il fenomeno recentemente ha assunto dimensioni endemiche. Due parlamentari su dieci che si trasferiscono da un gruppo ad un altro, da uno schieramento ad uno opposto, dando vita a nuove e diverse maggioranze di governo rispetto a quelle decise dagli elettori, sono anche per un sistema politico ballerino come il nostro una transumanza eccezionale, che nel passato non ha precedenti e induce ad un'amara considerazione. Ovvero che l'unico partito davvero in crescita in questi anni è stato quello dei voltagabbana. Qualcuno a questo punto potrà dunque rallegrarsi all'idea del prossimo scioglimento delle Camere, ritenendo che le nuove elezioni servano a spazzare via anche un campionario assai vasto di traditori in doppiopetto. Purtroppo temiamo che non sarà così e che il prossimo Parlamento vedrà altri e più clamorosi salti della quaglia. Già, perché eliminare chi si offre al miglior acquirente, potrebbe portare alla sostituzione del politico di affidabilità incerta con uno di inaffidabilità totale. Cacciare uno che ha fatto fagotto, per sostituirlo con uno nuovo, non garantisce insomma da altre e più brucianti fregature.  Facciamo questa premessa un po' pessimistica, perché la legislatura che si affaccia offre da questo punto di vista più di un motivo di preoccupazione. Come tutti sanno, il risultato del 24-25 febbraio potrebbe essere poco netto, nel senso che se si crede ai sondaggi potrebbero esserci più vincitori. Ad esempio Bersani e la sinistra alla Camera e Berlusconi e il centrodestra al Senato. Così fosse bisognerebbe prendere atto del voto degli italiani e dell'impossibilità di governare con forze diametralmente opposte, dopo di che tornare alle urne, correggendo nel caso la legge elettorale per impedire un altro stallo. Questa sarebbe la decisione di buon senso o comunque quella che rispetterebbe meglio le indicazioni degli elettori. Tuttavia, visto l'alto tasso di voltagabbana presente in Parlamento, non escludiamo che invece qualcuno escogiti una terza via, ovvero cerchi di far passare sotto altre bandiere gli onorevoli eletti con schieramenti contrastanti. La nostra è una preoccupazione non peregrina in quanto a dar retta a certi discorsi che provengono da sinistra e anche dal centro di Mario Monti, la compravendita di deputati e senatori non sarebbe da escludere. Non avendo voti propri, sia Bersani che l'attuale presidente del Consiglio potrebbero cercare di conquistarli successivamente, non più rivolgendosi agli elettori, ma direttamente agli eletti.  I presupposti di una strategia politica che mira a puntellare ciò che non sta in piedi sono stati enunciati nei giorni scorsi da eminenti esponenti della sinistra e dell'ala montiana. Nel primo caso si tratta dello stesso segretario del Pd, il quale si è fatto sfuggire una frase rivolta ai futuri parlamentari grillini. Essendo persone nuove, di provenienza varia ma comunque di sinistra, non intruppati in un partito tradizionale, Bersani sarebbe già pronto a metterci gli occhi oltre che le mani. Il senso è chiaro. Se servisse recuperare qualche onorevole, quello è il bacino in cui il segretario del Partito democratico andrebbe a pescare. Il premier, che a sinistra non può sperare di fare il pieno perché l'area è già presidiata da Vendola e Pier Luigi, i voltagabbana li vorrebbe invece andare a conquistare nel centrodestra. Come è noto, qualcuno pronto a passare armi e bagagli con Casini e il professore nel Pdl c'era e solo la ridiscesa in campo del Cavaliere ha fermato l'esodo. Tuttavia, dopo il 24-25 febbraio, le grandi manovre potrebbero ricominciare.  Insomma, prima ancora di votare, la fregatura è in agguato. E i traditori già pronti. C'è un solo modo per evitare che tutto ciò accada. Serve un voto che sia netto e non incerto, che renda inutile il voltafaccia di chi è pronto a vendersi. Come è risaputo, se non c'è mercato, non c'è vendita. @BelpietroTweet

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