Se il Fisco sbaglia paghiamo noi
Non c'è fine al peggio e, quando pensiamo che si sia toccato il fondo, si scopre che la nostra pubblica amministrazione può dare un valido contributo per raggiungere nuove e inesplorate profondità. A che cosa alludiamo? Non all'argomento del giorno, costituito dai pensionati che il governo non vuole rimborsare, ma all'argomento del giorno dopo, ossia a ciò di cui parleremo la prossima settimana, dato l'avvicinarsi della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Già nei giorni scorsi abbiamo raccontato le difficoltà incontrate da chi si è avventurato lungo la strada del modello precompilato: dalle lungaggini per ottenere il modulo on line all'esclusione delle detrazioni utili a ridurre l'imponibile. Ma adesso se ne scopre una nuova, che è la ciliegina su una torta che ai contribuenti rischia di risultare molto indigesta. La novità l'ha rivelata ieri il quotidiano economico Italia Oggi, giornale assai bene informato per quanto riguarda norme e tributi. Secondo la testata diretta da Pierluigi Magnaschi se il 730 precompilato rilasciato dall'Agenzia delle Entrate contiene un errore, a risponderne non sarà il Fisco, cioè il funzionario che ha sbagliato, come sarebbe ovvio, bensì il contribuente la cui dichiarazione verrà considerata infedele Leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola venerdì 8 maggio o acquista una copia digitale del quotidiano