Ci toccherà bere l'amaro Giuliano
Sarà Amato, anche se non è proprio amatissimo. Lo so, fare le previsioni è sempre azzardato perché si rischia di sbagliarle, ma dopo ciò che è successo ieri al Senato mi sembra che l'attuale giudice costituzionale Giuliano Amato abbia la strada spianata per il Quirinale e nessun altro candidato sia in grado di competere con lui. Nessuno meglio di lui, che è stato ex consigliere di Craxi, ex capo del governo, ex ministro ed ex presidente di tante cose, Treccani compresa, può essere interprete dell'intesa fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Nessuno più del dottor Sottile ha l'abilità di tenere insieme gli opposti e di farsene garante. Dunque rassegniamoci, perché sul Colle il nuovo che avanza ha l'età di 77 anni e un passato che non passa. Su di lui pesa un'ingombrante eredità, che non è dovuta alla vicinanza con l'ex leader socialista di cui si è recentemente celebrato il quindicesimo della scomparsa. E nemmeno sono i giudizi che l'esiliato speciale vergò prima di morire e la cui figlia, Stefania, ha riesumato pochi mesi fa, ripubblicandoli in un libro dato alle stampe con Mondadori. No, non sono le accuse di essere stato a conoscenza del sistema di finanziamento illecito che spazzò via il Psi né le critiche di essere un opportunista, uno cioè che dal Garofano transitò senza colpo ferire con quelli che, impugnando Falce e martello (ma anche codice e manette), al Garofano tolsero ogni petalo fino a estirparlo dalla memoria degli italiani. Leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola giovedì 22 gennaio o acquista una copia digitale del quotidiano