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La mafia della carità sulla pelle di stranieri e italiani tartassati

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Maurizio Belpietro
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Oltre a rivelare gli incroci tra politica e malavita nel cuore della Capitale, il romanzo criminale scritto dai pm di Roma racconta l'esistenza di un mercato attorno all'assistenza di immigrati, profughi e rom. Non che il commercio fosse totalmente ignoto: Libero all'argomento ha dedicato numerosi articoli, descrivendo i costi dell'immorale commercio che fiorisce attorno alla parola accoglienza. Ma fino a ieri appunto eravamo in pochi a parlarne, mentre altrove si preferiva ignorare le speculazioni sugli aiuti offerti a chi sbarca in Italia. Ora però le parole intercettate dagli inquirenti non lasciano spazio a dubbi: «Sai quanto ci guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno», diceva il boss della cooperativa incaricata di aiutare nomadi e extracomunitari. Ovvio, ospitare centinaia di disperati in capannoni, campi allestiti in periferia e vecchi edifici rimessi in sesto per l'occasione è un affare d'oro dato che paga lo Stato. E lo Stato paga senza fiatare e senza andare troppo per il sottile. Trentacinque euro al mese netti, cioè senza Iva, per ogni profugo. Se poi l'ospite è minorenne si arriva a 45. Considerando che un pasto in mensa costa 4 euro e tra acquisti di prodotti per l'igiene personale e il lavaggio delle lenzuola, cui si sommano i costi fissi di acqua, luce e riscaldamento, si può arrivare a una ventina, di denaro ne avanza e anche tanto. Il nostro Matteo Pandini, aiutato da esperti del settore, ha fatto un calcolo medio di 300 euro al mese di guadagno netto, che se moltiplicato per gli stranieri arrivati quest'anno in Italia (140mila fino a ottobre) dà la bella cifra di ameno 500 milioni di euro solo nel 2014, una torta che fa gola a molti, soprattutto nel giro della malavita.   Clicca e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro su Libero

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