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Che fare se bussa il fisco

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Dovremo giustificare tutte le spese fatte dal 2009, e senza scontrini ed estratti saranno guai. Ma c'è rimasta ancora qualche arma per difenderci...

Giulio Bucchi
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di Maurizio Belpietro Uno spettro s'aggira per l'Italia spaventando gli italiani. Si chiama Redditometro e da quando è entrato in vigore sta togliendo il sonno a molti contribuenti. I quali temono di  essere chiamati  a rispondere non solo dell'attuale tenore di vita ma anche di quello sostenuto negli anni passati, costretti a giustificare con scontrini ed estratti conti bancari le spese dal 2009 ad oggi. La paura è tale che ormai dilaga sui giornali e perfino un uomo misurato come Piero Ostellino, ex direttore del Corriere della Sera, sul quotidiano di via Solferino ha tirato in ballo lo Stato di polizia fiscale.  A suo dire la caccia all'evasore avrebbe prodotto una burocrazia esattoriale «paranoide e mitomane», che usa metodi da Ovra (la polizia politica fascista) o da Stasi (la polizia politica della defunta Germania comunista).  Grazie a centinaia di banche dati, gli occhiuti ispettori del Fisco avrebbero accumulato autentici dossier sulla vita degli altri, contenenti bollette di luce, gas e telefono, prove d'acquisto di elettrodomestici, fatture mediche, abbonamenti televisivi, ricevute di negozi e ristoranti, biglietti aerei, prenotazioni d'albergo e di agenzie viaggi. Insomma,  i funzionari dell'Agenzia  delle Entrate starebbero passando al setaccio bilanci e consumi famigliari per scovare i furbi e costringerli a confessare l'evasione,  pronti ad una retata in grande stile.  Sapendo come vanno le cose in Italia, e conoscendo quanto ottusa sappia essere la nostra macchina dello Stato, non c'è cittadino onesto e in regola con le tasse che, leggendo quanto  si prepara,  non si sia sentito correre un brivido lungo la schiena. Non c'entra aver pagato il dovuto  e anche di più: conta poter dimostrare di averlo fatto ed è necessario rispettare i parametri, cioè rispondere all'identikit del cittadino modello che piace al Fisco. Un uomo che consuma come un calcolo dell'Istat, che mangia e si veste senza eccedere, che va dal medico ma moderatamente, che si prende le vacanze ma senza esagerare, che consuma pasti al ristorante ma in modica quantità e se si compra una macchina si attiene alla cilindrata compatibile con il suo reddito e non si azzarda a soddisfare un sogno anche a prezzo di sacrifici. Ecco. O si sta nelle presunzioni fissate dall'Erario in base ai calcoli matematici degli uffici competenti oppure si è nei guai. Così almeno è  si capisce dagli allarmi che si stanno diffondendo sulle pagine dei giornali specializzati, ma anche su quelle di quotidiani  meno esperti. Ed esiste il rischio che a far le spese dell'offensiva anti evasori siano i contribuenti onesti e non solo i disonesti e di questo, dopo Libero, si è fatto interprete pure il Corriere della Sera nelle vesti del suo ex direttore. Ma che rispondono gli uomini della Agenzie delle Entrate? Come si giustificano di fronte alle paure di chi, essendo in regola, non dovrebbe aver nulla da temere? Le domande le abbiamo girate ad Attilio Befera, il numero uno degli esattori, il quale manco a dirlo getta acqua sul fuoco. Non che neghi la campagna d'inverno contro i furbi, ma a suo dire i contribuenti per bene non avrebbero niente di cui preoccuparsi. Nessuno andrà a chiedere loro di giustificare l'acquisto di un paio di calzini avvenuto tre anni fa o di un paio di conti del ristorante. Innanzi tutto perché il cervellone fiscale non va in cerca di spese da due soldi, ma segnala esclusivamente chi spende o ha speso molto di più di quanto guadagni o abbia guadagnato.  Serpico, ovvero il Grande fratello fiscale che tiene conto delle spese fatte da ogni italiano, mette il bollino rosso solo al contribuente che supera del venti per cento il proprio reddito. Guadagni cento ma spendi centoventi? Sei nel mirino. A questo punto un funzionario si occupa di te, aprendo il dossier dei tuoi acquisti e del tuo tenore di vita.  Befera assicura che questa non è l'anticamera della sanzione, ma solo una procedura amministrativa che punta ad appurare se hai qualcosa da nascondere. E nel caso ci sia il sospetto che sia così, ovvero che tu abbia sottratto al Fisco qualche denaro, allora vieni chiamato a giustificarti e a spiegare come fai a spendere più di quanto guadagni. Sulla base dell'esperienza dei lettori che ci scrivono, la lettera dell'Agenzia delle Entrate equivale a una condanna al pagamento di imposte più soprattassa, senza che vi sia possibilità alcuna di obiettare. Secondo  Befera invece l'avvio di un accertamento rappresenta una specie di avviso di garanzia dell'Erario, spedito a tutela del  contribuente, il quale se ne ha la possibilità può spiegare all'ispettore che non ha nascosto nulla, ma ha solo ricevuto un'eredità o l'aiuto di papà oppure aveva in precedenza risparmiato. In pratica, a dar retta alla spiegazione del numero uno dell'Agenzia delle Entrate, il ravvedimento operoso non sarebbe solo per il contribuente, ma anche per il Fisco.  Nel caso di Valentino Rossi, pizzicato a pagare le tasse in Gran Bretagna dove sono  molto meno salate, di fronte alle prove fornite dal motociclista gli agenti fiscali avrebbero fatto marcia indietro, accorgendosi d'aver esagerato e riducendo di gran lunga le pretese.  Per Befera ragionare con il Fisco è possibile e il contribuente che dimostra di non avere evaso ma di essere in regola non deve versare nulla: neppure il 30 per cento che secondo la legge bisogna scucire per poter  ricorrere contro una cartella pazza. «Io mi batto contro chi, anche dell'Agenzia delle Entrate, esagera: l'autotutela è resa possibile dalle norme e se un contribuente documenta di aver pagato il giusto non c'è ragione di insistere». Per il gran capo delle tasse, le persone oneste non devono aver paura del Redditometro e noi lo prendiamo in parola fino a prova contraria, promettendo di vigilare su quanto avverrà nei mesi futuri, e se le cose non stessero come assicurato, segnaleremo  sulle pagine di Libero tutti i casi di contribuenti onesti ingiustamente maltrattati dal Fisco. La caccia agli evasori ci sta bene, quella alle streghe no.  

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