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Con questo redditometro rischiano anche gli onesti

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Lo strumento voluto da Befera è un'altra violenza contro il contribuente: non basta versare il dovuto, ora vanno giustificati tutti i pagamenti superiori al 20% dello stipendio, persino la cena romantica e le spese scolastiche

Andrea Tempestini
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Ho la fortuna di essere uno che non butta mai via niente. Sulla mia scrivania infatti si accumulano ricevute di ristoranti, biglietti aerei, scontrini del supermercato. Il problema è che non avendo molto tempo per riordinare, dopo qualche settimana il tavolo è ingombro di scontrini e lettere che vanno messi a posto. Per cui, quando proprio vi sono costretto dall'equilibrio precario della montagna di carte, passo la domenica ad archiviare il tutto nelle cartellette di diverso colore, in cui custodisco gli estratti conto, le bollette e le spese varie. Nel corso degli anni i faldoni sono diventati tanti e occupano più scaffali dello studio. Temo però che dai prossimi mesi saranno di più, dato che lo Stato mi obbligherà a conservare anche la fattura della pizzeria. L'Agenzia delle Entrate infatti potrebbe venirmi a chiedere conto di quanto ho speso la sera che ho invitato tutti a cena. Oppure la prova dell'avvenuto pagamento della giacca che ho comprato o dell'ultimo soggiorno romantico. Già ci lamentavamo del fatto che il fisco fosse invadente e chiedesse a noi di documentare  il regolare versamento delle imposte. Ma dalle prossime settimane sarà peggio, perché, come annunciato dai giornali specializzati, sta per entrare in vigore il redditest, cioè l'ultima versione del redditometro, il particolare software con cui gli ispettori di Attilio Befera valuteranno se siamo contribuenti in regola oppure evasori da perseguire.  La presentazione del meccanismo è fissata per oggi: dopo mesi di annunci e minacce l'Agenzia  delle Entrate  lo mostrerà ufficialmente, rendendolo operativo. Tuttavia,  senza attendere la conferenza stampa è possibile anticipare quali saranno i criteri cui dovranno uniformarsi gli italiani, in quanto le indiscrezioni si sono sprecate e dunque, se gli italiani non vogliono passare guai con il fisco ecco le regole cui converrà adeguarsi. Non basterà infatti  tenere da parte le fatture delle spese detraibili o deducibili, come finora si è fatto per defalcarle dal proprio reddito, si dovrà annotare ogni acquisto, documentare i pagamenti,  conservare gli scontrini e mettere da parte gli estratti conto inviati dalla banca. Il contribuente oltre a dichiarare gli  introiti, dovrà infatti giustificare il proprio tenore di vita, dimostrando di aver pagato ciò che possiede, ma anche di potersi consentire le spese sostenute.  Già, perché gli ispettori dell'Agenzia delle Entrate potranno chiedere conto delle spese per la casa, dei soldi versati per l'istruzione dei figli, di investimenti o polizze assicurative. La vita famigliare potrà essere passata ai raggi x e allo scandaglio non sfuggiranno neppure i giochi online, gli abbonamenti allo stadio, i soggiorni nei centri benessere o i viaggi, le cene al ristorante. Dimenticavamo: il fisco sostiene che il redditest è un gioco, non uno strumento oppressivo. Il software infatti dovrebbe servire al contribuente per testare se il suo livello di reddito è compatibile con il proprio tenore di vita. Secondo la tesi dell'Agenzia delle Entrate e del ministero dell'Economia, il sistema  non servirebbe agli uffici per vagliare il bilancio di una famiglia, ma sarebbe uno strumento necessario agli stessi contribuenti per non incorrere in dichiarazioni infedeli. Ovviamente si tratta di una giustificazione che lascia il tempo che trova, perché in pratica il redditest è il mezzo che gli uomini di Befera useranno poi per controllare il reddito che ciascuno di noi dichiara. Dunque, sostenere che il redditest è un software che serve ai contribuenti è un po' una presa per i fondelli, in quanto il giochino serve a trasformare gli italiani in controllori di se stessi. Se infatti, dopo aver segnato ogni spesa sostenuta nel corso dell'anno, si scopre che il margine di tolleranza supera il 20 per cento, si sa già che gli uffici delle Entrate daranno il via ad un accertamento.   Il gioco messo a punto dai Befera boys  dunque è tutt'altro che un gioco, ma una specie di autodiagnosi  a cui il contribuente si dovrà sottoporre per sentirsi in regola e non avere nulla da temere. Diciamo che siamo nel solco delle vessazioni cui vengono sottoposti gli italiani. Negli altri Paesi è il Fisco che per tempo avverte i cittadini di quale è la tassazione cui verranno sottoposti, da noi oltre a compilare un modello delle dichiarazioni dei redditi che è peggio di quiz, bisogna pure testarlo al computer per verificare che non si rischi la contestazione.  Bisogna insomma prepararsi all'ennesima tortura fiscale. Ed è per questo che abbiamo preparato i consigli che potete leggere nelle pagine interne. di Maurizio Belpietro

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