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Truffati Grillo, Bersani e purtroppo anche noi

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Vietato vincere le elezioni: ecco la legge che impedisce premi di maggioranza e apre le porte al Monti bis

Andrea Tempestini
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In altri tempi, se ci avessero raccontato di un accordo tra Pdl, Lega e Udc per fregare Vendola e Bersani, impedendo al centrosinistra di vincere le elezioni, avremmo esultato di gioia. Soffiare di sotto al naso dei due compari un successo che da mesi si sentono già in tasca è un furto con destrezza che avrebbe meritato i nostri applausi. Purtroppo, a quanto abbiamo capito, la fregatura non riguarda solo i compagni di strada ma anche noi, perché se da un lato la nuova legge elettorale mira a impedire a Pd e Sel di cantare vittoria, dall'altro regala Palazzo Chigi a Mario Monti, spianando la strada a un bell'inciucione con tanto di maxi stangata per gli italiani, i quali, come al solito, saranno costretti a pagare il conto dei giochetti  dei partiti. Ci spieghiamo: molti lettori saranno probabilmente già informati di quanto è accaduto ieri in commissione Affari costituzionali del Senato. Con un colpo di mano Pdl, Lega e Udc hanno approvato un emendamento  alla legge elettorale che fissa al 42,5 per cento la soglia per ottenere il premio di maggioranza. Fino ad  oggi non c'era un limite e dunque chiunque avesse un solo voto più degli altri avrebbe ricevuto in dono un numero di parlamentari sufficiente a governare. Volendo, se tutti gli altri erano al di sotto, un solo partito o coalizione con il 20 per cento avrebbe potuto ottenere 340 deputati, come se avesse conquistato il 55 per cento dei voti. È quanto accadde nel 2006 con Prodi, che si è ripetuto nel 2008 con Berlusconi: pur non avendo raggiunto la maggioranza, centrosinistra e centrodestra se la sono vista attribuire dalla famosa legge «porcata» (copyright Roberto Calderoli).   Un simile sistema elettorale era stato aspramente contestato dal Pd e dai suoi principali esponenti nel corso degli anni, ma con l'avvicinarsi del ritorno alle urne e visti i sondaggi, Bersani e il suo partner di Sinistra e Libertà hanno cominciato a guardare al perverso meccanismo con occhi più benevoli, tappandosi le orecchie per non sentire i richiami del Colle e quelli della Corte costituzionale. Sia Napolitano che i giudici sono favorevoli a un ritocchino che ristabilisca un certo equilibrio tra percentuali e parlamentari, tuttavia nel Partito democratico hanno fatto finta di niente, decisi ad andare a votare con l'attuale legge, infischiandosene di nonno Giorgio e dei suggerimenti della Consulta. Questa la situazione prima di ieri, quando al Senato il centrodestra e l'Udc si sono cucinati i compagni, facendo loro lo sgambetto. Altro che premio di maggioranza garantito e dunque vittoria assicurata per la sinistra. Con l'emendamento introdotto da Palazzo Madama (che però dovrà essere confermato in aula e poi alla Camera), Pd e Sel difficilmente riusciranno ad essere autosufficienti. Ad oggi  sono accreditati insieme di un 30-33 per cento, dunque quasi dieci punti in meno di quelli richiesti per ottenere il premio. Ribadiamo: in altri tempi avremmo gioito della furbata, perché con questo trucco si è resa praticamente impossibile la vittoria della sinistra. Purtroppo c'è un ma ed è costituito da chi prenderebbe il posto di Bersani a Palazzo Chigi, anzi, di chi vi rimane. L'operazione infatti serve a lasciare Monti dove sta, perché se Pd e Sel non hanno i numeri per governare, la sola altra soluzione possibile è quella attuale, ovvero  una maggioranza composta da Partito democratico, Unione di centro e Popolo della Libertà, con un uomo sopra le parti al comando. Vale a dire il Professore. Il quale ovviamente, anche se fa il ritroso, è ben contento di continuare il suo lavoro. Certo, potrebbe puntare a sostituire Napolitano, ma con Bersani e Vendola a Palazzo Chigi fare il capo dello Stato sarebbe tutt'altro che facile. Senza avere le leve del comando, a Monti toccherebbe riparare i danni della strana coppia. Dunque, per l'ex rettore della Bocconi è preferibile rimanere dov'è. Con un simile giochetto, oltre ai compagni, sarebbe fregato anche Beppe Grillo, il quale avrebbe di fronte una maggioranza blindata, contro cui i suoi uomini potrebbero poco. Tuttavia, la fregatura più grande sarebbe per gli italiani, i quali anziché un cambiamento sarebbero costretti a subire altri cinque anni di cure del Professore, ovvero misure di lacrime e sangue. Altro che crescita. Macché riduzione delle tasse. Se resta Monti ci tocca soffrire. Come spiega a pagina 5 il nostro Franco Bechis dopo un lungo colloquio con Piero Giarda e Gianfranco Polillo, il piattino che ci stanno preparando i tecnici rischia di andarci di traverso. Al punto che ci viene una domanda: ma con lo scherzo di ieri hanno fregato Vendola e Bersani oppure la fregatura più grossa è per noi? di Maurizio Belpietro

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