Giorgia Meloni, la menzogna dell'Economist: "Come vuole piegare la finanza"
Fermi tutti. Il tentativo di scalata di Mps, tornato in salute dopo annidi terapia intensiva, a Mediobanca non ha nulla a che fare con il mercato, col terzo polo bancario che da anni tutti chiedono né con la legittima voglia di un paio di grandi imprenditori italiani di poter finalmente avere voce in capitolo sulle strategie di un istituto di cui possiedono circa il 28% rispetto all’11% del gruppo di soci che detta legge. Tutte fandonie, fumo negli occhi, favole di chi non sa leggere tra le righe. La verità ce la spiega l’Economist, il “prestigioso” settimanale britannico del gruppo Gedi (controllato dalla Exor degli Agnelli-Elkann), che da un paio d’anni ci mette in guardia sulla deriva autoritaria del governo guidato da Giorgia Meloni. La stessa che continua a ricevere palate di riconoscimenti internazionali, l’ultimo da parte del quotidiano francese Le Parisienne, che l’ha incoronata “nuova regina d’Europa”. Bando alle ciance. L’Economist non si fa infinocchiare e dietro l’Ops lanciata dal Monte vede il tentativo del governo di mettere le mani sui gioielli della finanza italiana, Mediobanca e, a cascata, Generali.
Gli indizi? Eccoli qua. Intanto, parte delle quote vendute di Mps «è stata acquistata da due investitori che sono stati ripetutamente al fianco della Meloni nelle battaglie nei consigli di amministrazione: Milleri, che gestisce Delfin, un fondo d'investimento della famiglia Del Vecchio, e Caltagirone, un ottuagenario magnate dell'edilizia e dei media che è considerato vicino alla Meloni». L’altro è che il governo (in realtà lo hanno fatto tutte le forze politiche) «si è opposto al progetto di Generali di unire le forze con Natixis».
L’obiettivo sarebbe quello di «ampliare una matassa di partecipazioni incrociate che comincia ad assomigliare a quella che in passato concentrava il potere in una ristretta cerchia di potenti figure milanesi». Un contesto che, secondo l’Economist, sarebbe stato contrastato da Mario Monti. Ma lui, spiega il settimanale, «credeva nel libero mercato, Meloni è invece leader di un partito nazionalista con istinti protezionistici». Insomma, bisogna subito dirlo alla Bce, secondo Mps non è più controllata dallo Stato e può fare quello che vuole. In alternativa la Bce può fare uno squillo all’Economist. Che forse è anche meglio.
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