Audi e Porsche, la Germania cade a pezzi: verso il trasferimento negli Usa
La Cina compra sempre meno automobili made in Germany, gli stessi tedeschi ne acquistano meno, e soprattutto non le vogliono elettriche, e l’economia della Germania, in generale, arranca. Se a questi elementi aggiungiamo le imminenti elezioni anticipate che difficilmente daranno al Paese un governo stabile – la Repubblica federale guidata per 16 anni da Helmut Kohl, per 7 da Gerhard Schroeder e altri 16 anni da Angela Merkel non sembra destinata a tornare – ce n’è abbastanza da far tremare i polsi agli industriali più ottimisti. Ma adesso che Oltreoceano si staglia il profilo assertivo e imbronciato di Donald Trump, capace di imporre dazi dalla mattina alla sera sulle importazioni di automobili, avere paura non basta più.
Ecco perché, scrive il quotidiano economico Handelsblatt, Porsche e Audi starebbero valutando di produrre le loro auto direttamente negli Usa. Una specie di arrocco industriale per bypassare sul nascere i dazi che oggi non esistono ma che Trump non avrebbe difficoltà a giustificare; nei primi undici mesi del 2024 la bilancia commerciale Usa-Germania pendeva per 73 miliardi di euro dalla parte della Repubblica federale.
«Speculazioni». Il gruppo Volkswagen (VW) di cui Audi e Porsche fanno parte non ha confermato le notizie che Handelsblatt afferma di avere attinto da fonti bene informate. Vero è, però, che commentando la rielezione di Trump, il gruppo VW ha detto di guardare «con preoccupazione all’impatto economico che i dazi proposti dal governo degli Stati Uniti potrebbero avere sui consumatori americani e sull'industria automobilistica internazionale».
Non che quella nazionale faccia faville: nel 2024 Audi, con sede a Ingolstadt, in Baviera, ha venduto 1,67 milioni di auto in tutto il mondo ossia il 12% di meno rispetto al 2023. Il calo è stato più marcato in Germania (-21%), del 13% negli Usa e dell’11% in Cina. Un po’ meglio, ma sempre in calo, le vendite in Europa, giù di sei punti percentuali, meno peggio però di quelle elettriche le cui vendite sono calate dell’8% sul 2023. In Germania il calo delle vendite di veicoli 100% elettrici con il marchio Audi è stato netto: -33% nel 2024, un numero che rivela come siano stati gli incentivi (il cosiddetto bonus ambientale) a gonfiare la domanda. Ma gli incentivi sono finiti con la fine del 2023. A metà gennaio 2025, il numero uno di Audi, Gernot Doellner, si è detto convinto che il marchio raggiungerà i suoi obiettivi di lungo termine senza però dettagliare obiettivi di vendita.
Qualcosa, comunque, si muove: proprio ieri la casa di Ingolstadt ha affidato a Yves Becker-Fahr la responsabilità delle vendite in Germania in sostituzione di Philipp Noack al quale «dovrebbero in futuro essere assegnati nuovi compiti di responsabilità nei mercati d’oltremare», secondo Autohaus. Meglio di Audi fa Porsche che ha chiuso il 2024 “solo” con un calo del 3%, ma è tutta colpa della Cina dove il marchio di Stoccarda ha subito un calo del 28% crescendo però in altre quattro regioni del mondo, Germania inclusa. L’auto tedesca, insomma, è nel guado.
Ecco perché parlando ieri a margine del vertice economico organizzato dalla Welt a Berlino, Oliver Blume, l’ad del gruppo VW (Volkswagen, Audi, SEAT, Cupra, Škoda Auto, Bentley, Lamborghini e Porsche) ha chiesto alla politica «un obiettivo per il 2030 e un piano generale per la Germania» sollecitando una «ripartenza economica: abbiamo bisogno di determinazione politica e decisioni rapide per rafforzare la Germania come sede industriale». Nel frattempo non resta che andare in America. Secondo Handelsblatt, lo stabilimento VW di Chattanooga (in Tennessee), che sforna le Volkswagen ID.4 (100% elettrica) e le Volkswagen Atlas e Atlas Cross Sport, potrebbe essere ampliato per produrre anche vetture Audi e Porsche. Ma non è escluso che venga aumentata la capacità della catena di montaggio dei pick-up a marchio Scout nella Carolina del Sud. L’unica certezza è che il tempo stringe.
L’agenzia di rating Moody’s ha calcolato che un dazio del 10% sulle importazioni di auto dall’Europa potrebbe costare al gruppo VW circa il 10% del suo risultato operativo. Calcolato sul risultato consolidato del 2023, si tratterebbe di 1,8 miliardi di euro, scrive ancora Handelsblatt. Che, spargendo sale sulle ferite del gruppo con sede a Wolfsburg, ricorda anche come Bmw e Mercedes sarebbero molto meno colpiti da tali tasse. I due marchi producono auto negli Stati Uniti da oltre 30 anni coprendo quasi tutta la domanda in loco. Alla luce della concorrenza dei due marchi, Audi e Porsche non potrebbero neppure ricorrere a un aumento dei prezzi.