Fisco, Befera gela gli italianisugli sgravi per i mobili
Oggi si scopre che per avere il bonus fiscale sugli arredi bisogna fare interventi di manutenzione straordinaria. Ma Zanonato aveva detto un'altra cosa
La ricerca frenetica di sgravi e detrazioni fiscali rischia di andare a sbattere contro le circolari applicative dell'agenzia delle Entrate. Ricordate il bonus mobili per chi affrontava la ristrutturazione di casa? Nel maggio scorso il bombardatissimo ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, aveva accolto con soddisfazione la richiesta del settore arredo e varato, tra mille ristrettezze economiche, un piano di incentivi per invogliare gli italiani a spendere non solo in ristrutturazioni immobiliari (la casa ha sempre il suo fascino), ma anche in nuovi arredi. Uno sconto goloso per dare un iniezione di commesse (detraibilità prevista per una spesa massima di 10 mila euro, in pratica si concede un bonus di 5.000 euro), al settore dell'arredo che vive da anni una crisi profonda. Dall'inizio della crisi il settore ha perso oltre 50mila posti di lavoro e celebrato la chiusura di ben 12.000 imprese. Il problema salta fuori adesso perché se il testo dell'iniziativa governativa di incentivazione appariva più amplio, ora alle Entrate chiariscono che l'agevolazione sugli arredi è riservata soltanto a chi beneficia anche della detrazione fiscale del 50% per il recupero edilizio. E questo si sapeva. Ciò che sorprende è che tra il lungo elenco dei possibili lavori (articolo 16-bis del Tuir), le Entrate (circolare 29/E/2013) hanno ora ristretto la lista ai soli lavori che rientrano almeno nella manutenzione straordinaria o in categorie di lavori più pesanti. Quali? Restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, interventi su immobili danneggiati da calamità naturali, interventi di recupero edilizio di interi fabbricati (condominio), ma solo se commissionati a imprese di costruzione o ristrutturazione autorizzate. Il bonus mobile ed elettrodomestici a risparmio energetico vale per tutte le spese effettuate dal 6 aprile 2013 al 31 dicembre 2014. Insomma, c'è chi - potendo sostenere una ristrutturazione importante - ha pensato di concedersi qualche lusso (una cucina nuova, magari). Dalla circolare dell'Agenzia delle Entrate salta fuori che la tinteggiatura delle pareti o la sostituzione delle piastrelle - in assenza di interventi edilizi più importanti - vengono derubricati come "manutenzione ordinaria". E se vengono eseguiti a casa propria (e non come condominio), non fanno scattare il diritto allo sconto del 50% e di conseguenza neppure al bonus per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di Classe A+ (e pure frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, stufe elettriche, ventilatori e forni a microonde). E il bagno? Se si sostituiscono anche le tubature - e se è stato consegnata e protocollata la comunicazione dell'intervento allo Sportello unico per l'edilizia - allora si ha diritto allo sconto fiscale e a quello per il mobilio. Altrimenti nulla. Insomma, non basta pagare con carta di credito o bonifico, non basta far ristrutturare l'abitazione, bisogna anche farsi consigliare e seguire (magari da esperti del settore) per capire se si ha diritto agli sconti fiscali e in che percentuale e per quali interventi. Una complicazione burocratica non da poco per un intervento di rilancio del settore edilizio e dell'arredo modesto (in termini di mancati incassi per lo Stato). La percezione che la procedura per portare in detrazione le spese sia fin troppo complessa e articolata ha convinto le associazioni di settore a chiudere un accordo con gli esperti di questioni fiscali. Proprio giovedì FederlegnoArredo ha presentato un “Vademecum operativo” per l'utilizzo delle detrazioni fiscali a favore dell'acquisto di arredi destinati ad abitazioni soggette a ristrutturazione. Ma non basta. Infatti le associazioni di settore (così come anche i sindacati di categoria), hanno pensato bene di coinvolgere puregli esperti fiscali dei Centri di assistenza fiscale (Caf) nell'operazione Vademecum che serve a garantirsi la massima diffusione dello sgravio fiscale tra i cittadini. Ed evitare che la complessità della procedura possa azzoppare uno strumento di rilancio per il settore. Insomma, si intende offrire una consulenza per chi volesse lanciarsi nella ristrutturazionema può fuggire da nuovi acquisti dimobili per la complessità burocratica. Sorge il sospetto, però, che si voglia rendere quanto mai complicato ottenere lo sconto, e non solo quello sui mobili. Infatti da quest'anno (redditi 2013) chi dichiarerà di aver diritto ad oltre 4mila euro di rimborso fiscale (e con le spese di una ristrutturazione straordinaria si fa presto a sfondare questa soglia), non otterrà subito i soldi (a luglio), madovrà spiegare e giustificare alle Entrate se ne ha veramente diritto. In Italia oltre 530mila famiglie hanno colto l'occasione degli sgravi ristrutturazione (dal 50 al 65%) e per le casse dello Stato si tratta di una bella fetta di mancati incassi. I rimborsi avverranno su 10 anni con un massimale di spesa di 96mila euro (48mila di bonus). Posticipare il rimborso di 12, 18 mesi (tempo della verifica), per l'Erario vuol dire avere una disponibilità maggiore di tasse già incassate. E che si tarderà a rimborsare. di Antonio Castro