Mps, la Fondazione boccia Profumo: slitta l'aumento di capitale
Bocciata la proposta del consiglio di amministrazione presideuto da Alessandro Profumo: non partirà a gennaio l'aumento di capitale da 3 miliardi del Monte dei Paschi di Siena, un'iniezione di liquidità necessaria per cominciare a restituire i 4 miliardi di aiuti di Stato, i cosiddetto Monti bond. Alla seconda convocazione dell'assemblea (alla vigilia era mancato il numero legale; oggi era sufficiente il 33,5%), Antonella Mansi, presidente dell'ente senese che detiene il 33,5% della banca e dunque gode del diritto di veto, ha alzato una barricata contro la proposta, bocciata poco dopo le 14. Il 59,09% dei presenti nel Cda ha espresso il suo dissenso alla misura; è stata invece approvata con l'82% dei voti la proposta alternativa, ossia quella di far slittare l'avvio dell'aumento a non prima del 12 maggio. I tre esperti - Una strategia chiara: la Fondazione vuole sfruttare i prossimi sei mesi per evitare che si sfilacci l'influenza sulla banca e, soprattutto, per mettere in cascina tutto il fieno che servirà per il biennio 2014-2015. Si tratta, in soldoni, di una strategia di medio periodo, che ha come obiettivo, come detto, quello di salvare la Fondazione, per poi rilanciarla. Secondo alcune indiscrezioni riportate da Claudio Antonelli su Libero di sabato 28 dicembre, a spingere i vertici di Rocca Salimbeni in questa direzione, su tutti, ci sarebbero stati i consigli di tre grandi esperti di finanza: Giuseppe Guzzetti, Giovanni Bazoli e Romano Prodi (leggi l'approfondimento di Claudio Antonelli). Profumo sfiduciato? - Lo slittamento approvato in Cda serve alla Fondazione per cercare di vendere gran parte delle proprie azioni, per poi ripagare 240 milioni di debiti e tentarei di rimanere "azionista rappresentativo" dell'istituto. In mattinata, la Mansi aveva detto: "La proposta del consiglio della banca non ha oggi alcuna possibilità di essere approvata e la fondazione ha il dovere ineluttabile di votare solo ed esclusivamente la propria proposta di aumento con esecuzione differita di alcuni mesi". Poi, all'auditorium Montepeschi, si è consumato un duello asprissimo tra il management della banca e il suo primo azionista. Il voto, inoltre, assomiglia molto a una sostanziale sfiducia a Profumo, un'ipotesi ventilata dalle banche coinvolte nell'operazione. Il presidente del Cda, ora, potrebbe anche dimettersi.