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Nel 2014 pagheremo 2 miliardi di tasse in più

Enrico Letta visto da Benny

I veri numeri della Legge di stabilità approdata al Senato: a fronte di sei miliardi di tagli ci sono...

Matteo Legnani
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Nel suo discorso di Natale, il premier Enrico Letta ha parlato di riforme, di legge elettorale, di Europa, di Grillo, di Napolitano, di Berlusconi. Ma ha solo sfiorato il tema delle tasse, che sono state un calvario di questi suoi primi dieci mesi a Palazzo Chigi. Il perchè di una simile trascuratezza sta nei numeri che, all'interno della Legge di stabilità, cadono sotto la voce "fisco". La legge che è stata approvata dall'aula di Palazzo Madama con 167 voti favorevoli a fronte di 110 contrari, vale 14,7 miliardi nel 2014 di cui 12,2 miliardi riconducibili a coperture di misure contenute nel provvedimento e circa 2,5 miliardi di interventi a deficit. Dal saldo tra entrate che vengono aumentate (8,2 miliardi) e quelle che vengono ridotte (6,1 miliardi) emerge che la manovra determina nel 2014 un aumento netto delle entrate, quindi del prelievo fiscale e contributivo pari a 2,1 miliardi nel 2014, circa 600 milioni nel 2015 e 1,9 miliardi nel 2016. Le minori entrate derivanti dall'abolizione dell'Imu, pari a 3,76 miliardi di euro, sono compensate dalle maggiori entrate derivanti dall'introduzione della Tasi. A fornire i calcoli definitivi, al termine dell'iter parlamentare, è nel suo intervento al Senato il relatore della Legge di Stavbilità per il Pd, Giorgio Santini, per il quale la manovra è sbilanciata: nel 2014 il 67% delle coperture arriva da maggiori entrate, che scendono al 59% nel 2015 e nel 2016. Sempre nel 2014 è prevista una variazione netta della spesa con un aumento di 3,6 miliardi, sintesi fra 7,6 miliardi di euro di maggiori spese e 4 miliardi di euro di tagli. Nel biennio successivo la manovra implica una riduzione netta delle spese pari a circa 3,4 miliardi nel 2015 e 5,9 miliardi nel 2016.

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