Risparmio, le tasse nel 2014 aumentano ancora
Tasse, imposte, gabelle: una corsa senza fine. Hai una rendita di 750 euro? Lo Stato se ne prenderà 225. Mani anche sulle giacenze negli istituti
Una vera e propria patrimoniale sui risparmi. Un prelievo composito, una stangata mascherata (male). E destinata ad essere sempre più dura. Nel mirino i conti correnti degli italiani, martoriati da un ventaglio di tasse introdotte negli ultimi anni. I calcoli li effettua Il Sole 24 Ore, che spiega: "L'escalation è destinata a continuare". Le tasse sul risparmio, infatti, si preparano a un altro anno di aumenti a causa degli effetti della Legge di Stabilità approvata dal governo Letta. Stangata - Si parte dall'imposta di bollo sulle comunicazioni inviate dalle banche su depositi bancari e postali e altri prodotti finanziari, che salirà ulteriormente, dallo 0,15% allo 0,20% (la medesima aliquota si applicherà anche all'Ivafe, che tassa le attività finanziarie detenute all'estero). Qualche piccolo alleggerimento, invece, per risparmi e investimenti più bassi: non ci sarà più il minimo dovuto pari a 34,20 euro. Un lieve ribasso ampiamente compensato, però, dal rincaro sulle società, per le quali l'importo massimo passa da 4.500 a 14mila euro. Rendite - Dunque, nel 2014, il prelievo complessivo supererà quello dell'anno precedente. Vengono rimodulate anche le rendite finanziarie: la ritenuta sui redditi di capitale passa dal 12,5% al 20%, esclusi gli investimenti in titoli di Stato. Inoltre l'imposta di bollo proporzionale sul valore delle somme depositate, tra il 2011 e il 2012, di fatto è già raddoppiata: per l'Erario le entrate sono schizzate da circa 6,7 a 13 miliardi di euro. Un conto che salirà ancora nel 2013: secondo le stime de Il Sole 24 Ore si potrebbe arrivare a 17,5 miliardi. Le cifre - Come detto, nel 2014, la corsa al prelievo non si fermerà: la quota compessiva toccherà circa il 30 per cento. Un esempio: per un rendimento lordo di 750 euro, all'Erario ne andrebbero 225 euro. Numeri che fotografano la situazione: una patrimoniale, di fatto. Infine il capitolo del bollo, varato nel dicembre 2011 dal cosiddetto "salva Italia" di Mario Monti. Un'imposta per cui già in origine era previsto un aumento complessivo. Ora, il rincaro allo 0,20%, dovrebbe portare nelle casse di uno Stato-sanguisuga altri 500 milioni di euro. Una previsione che, se realizzata, può far schizzare la tassazione complessiva a oltre 18 miliardi di euro l'anno.