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Etihad, il gigante dei cieliche 10 anni fa non esistevae che si comprerà Alitalia

Storia, flotta e premi della compagnia emiratina, nata da un'idea dell'emiro Al Nahayan che nel 2003 voleva farsi la sua linea aerea

Matteo Legnani
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Etihad Airways è il simbolo del potere che dà il petrolio. Non solo potere politico, diplomatico, militare. Ma potere inteso come la possibilità di realizzare bene e rapidamente un progetto, un'idea, un sogno. Senza problemi di budget, burocrazia da scansare, sindacati da blandire. Come ad esempio, mettersi in testa di volersi fare la propria compagnia aerea e dieci anni dopo trovarsi con uno dei brand più prestigiosi del mondo, una flotta che vola ovunque ed eccellenti livelli di servizio. Il dato che più impressiona è che poco più di dieci anni fa Etihad (termine che deriva dall'arabo al-Ittihad, che tradotto significa "L'unione") non esisteva nemmeno. A pensarla a febbraio 2003 è stato lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahayan, che nel 2004 avrebbe assunto la carica di presidente degli Emirati Arabi Uniti. I primi voli da Abu Dhabi nell'area del Golfo risalgono al novembre 2003, ma è solo nel giugno 2004 che gli aerei color perla con la scritta dorata Etihad sulle fiancate e il falco sulla coda si fanno vedere in Europa. Il primo volo è per Ginevra, in Svizzera. Segue Bruxelles, mentre il primo collegamento transatlantico, verso Toronto, risale all'ottobre 2005. Da quel momento gli emiri, che hanno l'accortezza di affidarsi (come Emirates prima di loro) a manager occidentali per lo più inglesi, non si fermano più. Cresce la flotta, orientata soprattutto verso prodotti Airbus; e crescono le destinazioni. L'ordine che mette Etihad sulla mappa dell'aviazione commerciale mondiale è quello per 29 aerei, tra cui 5 Boeing 777-300 e 4 Airbus A380, il gigante dei cieli a due piani le cui consegne inizieranno nel 2014. Nel 2006, a 30 mesi dal lancio, le destinazioni sono già 30. I passeggeri 6 milioni nel 2008. L'anno dopo arrriva il riconoscimento di migliore compagnia aerea al mondo sulla base delle valutazioni annuali dei World Travel Awards. E il 2009 è l'anno del primo flirt tra la compagnia emiratina e Alitalia, con l'accordo di codeshare che permette alla compagnia italiana di aumentare la sua offerta sul Medio Oriente e l'Asia via Abu Dhabi.  Oggi Etihad sfoggia una flotta di 86 aerei (Alitalia ne ha 140) tra Boeing 777-300, Airbus A340-500 e -600, Airbus A330-200 e -30o per il lungo raggio oltre ad Airbus A320 per il corto e medio raggio. Le destinazioni sono 96 sparse in Medio Oriente, Asia, Europa, Nord e Sud America, Africa e Oceania. Non paga, lo scorso novembre, durante il Dubai Airshow, la compagnia ha annunciato il suo più grande ordine d'acquisto (199 aeromobili Airbus e Boeing e 294 motori) per un controvalore di 67 miliardi di dollari. Nel 2011 ha iniziato a fare la spesa, acquisendo importanti partecipazioni azionarie in Aer Lingus, Air Serbia, Air Seychelles, Air Berlin, Virgin Australia, Darwin Airline e Jet Airways. I dipendenti sono circa 8mila, l'età media degli aeromobili 4,9 anni (una delle più giovani al mondo), il fatturato 2012 pari a 4,8 miliardi di dollari con un +17% rispetto al 2011. di Matteo Legnani

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