Imu, la pagherà chi era esente e niente detrazioni per i figli
La seconda rata Imu non si pagherà. Parola del governo. Ma la fregatura è dietro l'angolo. Il caso dell'imposta sulla casa assume sempre più i toni di una farsa. Il decreto del governo che abolisce la tassa sulla casa fa acqua da tutte le parti. I comuni che hanno portato l'aliquota al massimo (più di mille in tutta Italia) sono sul piede di guerra perchè sanno che quasi ceratmente i loro cittadini sarnno costretti a riaprire il portafoglio. Ma c'è di più. Paga pure chi era esente - Chi non aveva mai sborsato un euro di Imu in vita sua grazie alle detrazioni, rischia di pagare per la prima volta proprio nell'anno in cui l'imposta sulla prima casa è stata tolta. È l'effetto della differenza tra quanto i Comuni si aspettavano di ricevere dallo Stato e quanto invece lo Stato ha deciso di rimborsare, sulla base delle aliquote che gli stessi comuni avevano applicato in precedenza. Di fatto i cittadini di Milano, Napoli, Bologna, Genova e di tante altre città italiane dovranno pagare il 40 per cento dell'imposta aumentata precedentemente dai loro sindaci. Chi le ha aumentate ora deve fronteggiare minori entrate. E ora a pagare (qualche decina di euro, pare) saranno tutti i proprietari di prime case, senza detrazioni. Furiosi i sindaci interessati. Marco Doria sindaco di Genova accusa il governo Letta: "Scaricano i problemi sugli enti locali. Se avessimo giocato poco pulito, solo per ottenere il rimborso statale, avremmo portato l'Imu al massimo consentito, il 6 per mille". A Genova la beffa costerà 31 euro. Niente detrazioni per i figli - Mai problemi non finiscono qui. La situazione infatti diventa paradossale se si considera che nel nuovo decreto mancheranno le agevolazioni per i figli. Nel 2012, sfruttando le detrazioni fino a 200 euro e quelle da 50 euro per figlio, le case di minor valore catastale pagarono poco o nulla di Imu e ora si troverebbero a versare una cifra maggiore, con effetti di impatto tutt'altro che progressivi. In più si pagherà l'imposta anche per le case concesse dai genitori in comodato ai figli. Ad esempio a Udine sono 3 mila le abitazioni che sono passate di mano tra genitori e figli, ma l'amministrazione comunale metterà le mani nelle tasche dei cittadini portando a casa circa 500 mila euro per le seconde case abitate dai figli proprietari.