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Ecco gli 873 comunidove si pagherà l'Imu

Matteo Legnani
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Altro che impegni mantenuti. L'Imu sulla prima casa si pagherà anche nel 2013. E il balzello, tanto perché alle beffe non c'è mai fine, colpirà in alcuni casi anche chi si era salvato nel 2012. La brutta sorpresa è contenuta nel decreto approvato in tutta fretta dal Consiglio dei ministri di mercoledì. Sulla carta il provvedimento ha abolito, come aveva promesso la scorsa estate il premier Enrico Letta, la seconda rata dell'imposta municipale sulla casa. Nella realtà, il governo ha deciso di assecondare gli appetiti dei Comuni. In particolare di quelli che nell'anno in corso, per coloro che non sono rientrati nell'esenzione, hanno di nuovo messo mano alle aliquote, sfruttando la forbice del 2 per mille (dal 4 fino al tetto massimo del 6 per mille) prevista dalla legge varata dal governo Monti. La pioggia di rincari, secondo le stime preliminari dell'Anci, dovrebbe generare un extragettito sul 2013 di circa 500 milioni. Un bottino che non rientra nelle risorse complessive per cancellare la seconda rata, che il governo, compresi i terreni agricoli, ha fissato in 2,15 miliardi di euro. Dove trovare il resto? Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, si è arrovellato per qualche giorno nel tentativo di trovare la quadra. Il testo definitivo del decreto ancora non c'è, ma stando alla nota di Palazzo Chigi, alla fine gli sforzi hanno partorito la soluzione peggiore, per quanto prevedibile: la metà di quei 500 milioni sarà coperta dallo Stato, l'altra metà dai contribuenti. Non saranno pochi coloro che, malgrado le chiacchiere e le promesse del governo, dovranno comunque passare alla cassa. Secondo i calcoli effettuati dal Servizio territoriale della Uil i comuni che fino ad ora, ma c'è tempo fino al 30 novembre per la chiusura dei bilanci e fino al 9 dicembre per la pubblicazione delle delibere sulle aliquote, hanno rincarato la dose sulla prima casa sono 873 per un totale di prime case che dovrebbe ammontare a circa 3,4 milioni. La metà di queste si trovano negli 11 capoluoghi di provincia che hanno già deliberato gli aumenti. A Milano, Frosinone, Caltanissetta, Cosenza e Vibo Valentia l'aliquota è balzata dal 4 al 6 per mille, a Bologna e Verona si è passati dal 4 al 5 per mille, a Napoli e Benevento dal 5 al 6 per mille, a Genova dal 5 al 5,8 e ad Ancona dal 5,5 al 6 per mille. In tutti questi comuni, seppure ridotta, l'Imu sulla prima casa si pagherà. L'esborso medio a cui le famiglie saranno chiamate secondo la Uil è di 42 euro, ma per la Cgia di Mestre i proprietari di prima casa che hanno subito l'aumento dell'aliquota Imu nel 2013 saranno chiamati a versare  un importo oscillante tra i 71 e i 104 euro. Stando alle rilevazioni effettuate dal segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, a Milano si pagheranno in media 73 euro (nel 2012 si sono pagati 292 euro medi); a Bologna 40 euro (321 euro nel 2012); a Napoli 38 euro (379 euro nel 2012); a Genova 31 euro (72 euro nel 2012); ad Ancona 21 euro (341 euro nel 2012); a Verona 31 euro (281 euro nel 2012). In molti casi si avrà un risparmio rispetto al 2012, ma non in tutti. Ed è qui che entra in gioco il vero capolavoro del governo. Combinando il meccanismo delle detrazioni con il rincaro delle aliquote, infatti, il giochino ipotizzato da Saccomanni penalizzerà paradossalmente le case di minor valore. L'esempio di Milano è emblematico. I cittadini del capoluogo lombardo con le loro 477.842 prime case dovranno farsi carico di una fetta consistente dell'extragettito. Secondo le prime stime si parla di circa 110 milioni di euro, di cui 55 a carico dei contribuenti. La vera beffa, però, arriverà per le classi più deboli. Una casa della categoria ultrapopolare A/5 nel 2012 era tassata con aliquota al 3,6 per mille e pagava in media 26 euro con la sola detrazione di base e niente con un figlio minore a carico. Nel 2013 con il balzo dell'aliquota al 6 per mille, calcolando solo il 50% della maggiorazione, il calcolo sarà di 76 euro, con un aumento di 50 euro secchi rispetto al primo anno di applicazione dell'Imu. Mentre il proprietario di una casa ultrapopolare che può aggiungere alla detrazione anche il figlio a carico dovrà sborsare 26 euro. Non è molto, ma il principio è agghiacciante: nell'anno dell'abolizione dell'Imposta municipale, ci saranno alcuni cittadini che si troveranno a dover pagare un balzello da cui invece erano stati inizialmente esentati. In altre parole, il governo non solo non è riuscito a mantenere l'impegno, ma ha addirittura trascinato sotto il martello dell'Imu persone che fino a ieri ne erano escluse. Non è finita. Il conto potrebbe essere ancora più salato. Intanto, per sapere il costo complessivo dell'extragettito bisognerà aspettare la fine del mese. Poi, considerato che il decreto è in via di definizione non sono escluse altre sorprese. C'è chi sostiene, ad esempio, che la quota ci compartecipazione alla copertura da parte dei contribuenti potrebbe salire addirittura al 60%. Altri ritengono, invece, che quella percentuale dovrà essere calcolata su tutto l'extragettito incassato dai comuni attraverso il differenziale con l'aliquota ordinaria. Il che significa che rienterebbero nel pagamento i residenti di tutti i comuni che hanno alzato l'asticella dal 2012 ad oggi. La platea si allargherebbe (i capolouoghi ad esempio passerebbero da 11 a 40) e il malloppo da coprire, evidentemente, anche. di Sandro Iacometti

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