Industria: Confapi Padova, non facciamo di Taranto una nuova Porto Marghera (2)
(Adnkronos) - "Il problema è lo stesso della questione autostrade: quando lo Stato opera dovrebbe poter controllare la liceità di quanto accade dopo. Invece ci si limita agli annunci legati al proprio tornaconto politico, senza che mai si inneschi il meccanismo virtuoso legato al controllo. L'operato dell'Ilva andava esaminato già quando era proprietà di Riva e le violazioni ambientali erano già presenti. Non sono state prese le contromisure adeguate, né sono prese dopo la cessione ad ArcelorMittal. Manca una struttura pubblica in grado di farsi rispettare", denuncia. Tra i “rischi” paventati c'è quello di una nazionalizzazione dell'impresa. Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha raccolto alcuni dati. Tra costo del riacquisto dello stabilimento, adeguamenti ambientali e ammodernamento degli impianti lo Stato sarebbe costretto a sborsare 4,2 miliardi di euro: tenendo conto dell'inflazione e del cambio di moneta è poco meno della cifra spesa per costruirlo negli anni del boom economico. 1,8 miliardi servono a riscattare gli stabilimenti dalla gestione commissariale. Circa 800 milioni sono crediti dello Stato. E va calcolato inoltre il costo necessario a dare un futuro all'Ilva. L'ultimo piano industriale prevede 1,2 miliardi per l'ammodernamento degli impianti, altrettanto per gli interventi di bonifica e adeguamento ambientale. Ma i problemi non finirebbero qui. Perché per lo Stato mantenere la produzione attuale di acciaio rischierebbe di non essere esattamente un affare. Di fatto, non mancano le analogie con la questione Alitalia, per la quale i cittadini italiani hanno già messo sul piatto circa 10 miliardi, spiega Confapi Padova.