Manovra, carcere agli evasori e rinvio su contanti. Dal Pd bomba su Di Maio: "Furbetto a difendere i furbetti"
In attesa delle "correzioni" richieste ufficialmente dalla Commissione Ue, che teme troppe concessioni al deficit, Giuseppe Conte apporta le prime modifiche alla manovra dopo una settimana di fuoco amico violentissimo. L'accordo raggiunto con Pd, M5s, LeU e Italia Viva appare ancora una volta molto fragile, una tregua all'insegna del "salvo intese" che dovranno essere raggiunte in Parlamento e soprattutto con una scorciatoia piuttosto comoda ma rischiosa: il rinvio nel tempo delle misure più significative. Leggi anche: "Vogliamo chiarimenti". La Commissione Ue inchioda Conte e governo: cosa rischiamo Politicamente, i "vincitori" sembrano i grillini che incassano il carcere per i grandi evasori da inserire nel Decreto Fisco (da 4 a otto anni per chi nasconde da 100mila euro in su) e lo stop su contanti e Pos. Le nuove norme per la riduzione della soglia sul contante da 3mila a 2mila euro vengono infatti posticipate dall'1 gennaio all'1 luglio 2020, e rinvio di 6 mesi anche per le sanzioni a carico dei commercianti che non si doteranno di Pos e del meccanismo premiale sulle spese fatte con pagamenti elettronici per il super bonus della Befana (cash back). Si dovrà "discutere" ancora, invece, sulle misure più dure per le Partite Iva, con Italia Viva sul piede di guerra. Di Maio esulta, promette di "colpire i pesci grossi", ma dal Pd non mancano gli affondi velenosi. "A mossa di Giggino - ironizza su Facebook il governatore della Toscana Enrico Rossi, ex Mdp tornato nei dem -. Un furbetto a difendere i furbetti. Di Maio ottiene di far slittare di 6 mesi la riduzione del contante e la multa per chi non ha il pos, il dispositivo elettronico per pagare con la carta di credito. Giusto invece ridurre o eliminare le commissioni bancarie, ma poteva essere fatto subito. Di Maio si appende sul petto qualche medaglietta verso il popolo dei furbetti dell'evasione". "Il subdolo calcolo politico - prosegue Rossi - è che il rinvio consente di arrivare a luglio e serve a superare il periodo elettorale". Renzi per ora invece usa toni più moderati, ma non meno minacciosi: Vedo il bicchiere mezzo pieno: grazie a Italia Viva si è bloccato l'aumento dell'Iva per 23 miliardi deciso dal Governo precedente. Un grandissimo risultato. In Parlamento si potrà migliorare ancora, specie per i microbalzelli rimasti, dallo zucchero alla casa".