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Manovra, la tassa sulla fortuna: quanti soldi si prende lo Stato se vinci alla Lotteria

Giulio Bucchi
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Aumenta la "tassa sulla fortuna". Tra le pieghe della manovra, su cui il governo ha raggiunto l'accordo in extremis sull'orlo della mezzanotte, come da tradizione, spuntano novità spiacevoli per chi è solito giocare, mentre sul fronte della soglia per l'uso del contante la linea del Decreto fiscale è quella di abbassarla da 3.000 a 1.000 euro per combattere l'evasione fiscale.  Leggi anche: La maxi-tassa sulla casa. Il trucchetto: così il governo ci farà pagare di più Le anticipazioni da Palazzo Chigi parlano di conti destinati a lievitare e di una bozza da 30 miliardi di euro con coperture "garantite" (si fa per dire) da flessibilità sul deficit concessa dalla Commissione Ue, spending rewiew e abolizione dei sussidi ad attività dannose per l'ambiente, oltre al presunto tesoretto proveniente dalla lotta all'evasione fiscale, calcolato ottimisticamente in 7 miliardi di euro e ai 3 miliardi guadagnati dal maggior gettito dalle imposte delle partite Iva. Confermati, come investimenti, i 500 milioni per il "fondo unico per la famiglia" e i 3 miliardi per il cuneo fiscale. Sale, come detto, la "tassa sulla fortuna": per slot, Gratta&Vinci e vari tipi di Enalotto, il prelievo sulle vincite superiori a 500 euro passerà dal 12% al 15%. Ma è il primo di cinque scaglioni che, in media, alzano la quota che spetta allo Stato: la più alta è quella che prevede di "trattenere" nella casse pubbliche un quarto dei premi da oltre 10 milioni di euro. Anche la lotta all'evasione fiscale ha degli aspetti legati al gioco. Per incentivare i clienti a chiedere gli scontrini, e i commercianti a emetterli, oltre alla lotteria arrivano i premi a estrazione riservati sia ai consumatori sia ai negozianti, quando per i pagamenti siano state usate carte o bancomat. Previste multe invece per i commercianti e i professionisti che non accettino i pagamenti digitali. 

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