Fisco, i debiti di pochi centesimi che poi lievitano: ecco le cartelle più insidiose
Il 3 luglio del 2017 Equitalia S.p.A.lasciò il posto ad Agenzia delle Entrate-Riscossione. da allora le cose sembrano in effetti un po' migliorate, almeno nel rapporto tra l' ente e i contribuenti, e nel precedente governo Conte, Salvini sostenne fortemente la pace fiscale, che ha permesso a molti italiani di far o pace col Fisco. La nuova realtà appare più consapevole del fatto che esistono limiti da non valicare, e offre un modo di porsi sicuramente più accettabile. Non per questo, però, tutto funziona a meraviglia, ed è necessario verificare sempre con attenzione tutto ciò che si compie sul web, soprattutto se si parla di fisco. Può capitare, ad esempio, che si chieda la rateizzazione di una cartella, si ottenga l' approvazione, si proceda al pagamento utilizzando il metodo online attraverso il sistema PagoPA, messo a disposizione dall' Agenzia delle Entrate, ma qualcosa non funziona. PagoPa è un metodo comodo da utilizzare per pagare le cartelle, perché lo puoi fare da casa e con pochi passaggi versi quanto dovuto. Si accede alla sezione, s' inseriscono i dati richiesti e se la cartella è iscritta a ruolo si deve inserire il cosiddetto RAW, codice numerico che identifica la cartella e permette di calcolare automaticamente l' importo della rata o del saldo. Leggi anche: Vittorio Feltri sulla crisi: "Perché il nostro Paese sta morendo" Attenzione però: vi consiglio di verificare, dopo qualche tempo, che quella cartella sia stata rimossa dall' area "Da saldare", perché può capitare che, per un errore del sistema, essa permanga con una somma di pochi centesimi a debito. Per esempio: accedete alla vostra area e trovate il balzello che pensavate di aver saldato con un debito pari a 0,04 centesimi di euro. Orrore e panico! In considerazione del fatto che non sono stati pochi i casi di cittadini perseguitati, in special modo ai tempi di Equitalia, con richieste oppressive anche per importi di un euro o meno, meglio correre subito ai ripari, ma si sappia che, per cancellare il "debito" prodotto dal sistema, sarà necessario aggiungere il costo della commissione, variabile da 1 a 2 euro, per la transazione online. Per risolvere il problema si deve accedere a PagoPa, inserire il proprio codice fiscale, il numero della cartella esattoriale in questione, cliccare dove appare "Saldo" e lasciare vuoto il campo "Numero di rate da pagare". Cliccare quindi sul tasto "Procedi" e seguire le istruzioni per effettuare il pagamento. Se non si conosce questa procedura, inutile tentare di contattare il call center: non è detto che ti indichino la soluzione immediata. Se capita l' operatore telefonico sbagliato, puoi sentirti rispondere: «Si rechi presso gli uffici dell' Agenzia delle Entrare-Riscossione». Come no, a fare file chilometriche... Tutto ciò ad alcuni può sembrare banale, ma non lo è: se il contribuente paga ha pieno diritto che esse - a saldo avvenuto - siano poste nella sezione "Saldati". Anche a livello puramente psicologico, ritrovarsi perennemente "a debito" pur non essendolo non fa comunque un bell' effetto. Doversi sentire braccati dal Fisco, quando in realtà molti italiani onesti non sono stati in grado di onorare il pagamento di tasse e imposte a causa della crisi economica e del mercato del lavoro, non è una bella situazione, e la scarsità d' informazioni su queste questioni è un elemento su cui riflettere. Noi di Libero cerchiamo di colmare queste lacune, sapendo quanto preziose siano queste informazioni. di Emilia Urso Anfuso