Come evadono gli italiani: i sei metodi più collaudati
L'evasione fiscale. Piaga italiana. Scappatoia per la sopravvivenza. Di sicuro un problema che ci trasciniamo da decenni. Ad ogni legge corrisponde un nuovo escamotage. Per ogni passo in avanti dello Stato, ecco un passo di lato di chi, sempre e comunque, riesce a nascondersi dietro al nero. Le frodi carosello, le false fatture, i fondi trasferiti nei paradisi fiscali: questi alcuni degli "schemi" di evasione che sono stati evidenziati dal Rapporto 2013 dell'Unità di Informazione finanziaria (Uif) e sintetizzati da Il Sole 24 Ore, nei sei metodi più comuni in Italia per vedare le tasse Conti correnti - Il primo metodo è quello dei conti correnti personali per i movimenti che, però, dovrebbero essere riferiti a un'azienda. E' uno dei metodi più comuni nel Belpaese: nel 2012 oltre 5mila le segnalazioni. In breve lo stratagemma prevede che la società smisti su conti correnti di amici e famigliari parte dei ricavi, che al contrario dovrebbero essere fatturati nel bilancio aziendale. Le imposte a suo carico così si "diluiscono" su uno o più soggetti esterni, e viene elusa una fetta della tassazione prevista. Carte elettroniche - Cresce l'uso anomalo delle carte elettroniche: secondo l'Uif il boom indica una particolare attenzione ai circuiti illegali per i mezzi di pagamento alternativi al contante. Le targhette elettroniche permettono di sforare il tetto di 999,9 euro previsto per i contanti, e inoltre hanno carenze dal punto di vista della tracciabilità, così gli scambi sono più fluidi e meno controllati. Inoltre le carte usate per via telematica rendono ancor più difficile l'identificazione dell'intestatario. Così sono sempre più diffusi i nominativi titolari di un numero elevatissimo di carte. Si tratta, nei fatti, di prestanome a tempo pieno, sconosciuti all'erario italiano, e che contribuiscono alla circolazione del nero. Fondi scudati - Sono circa 300 le segnalazioni relative all'uso sospetto di somme già coperte dall scudo fiscale. Nel dettaglio, alcuni dei fondi rientrati grazie al condono venivano reinvestiti con operazioni in conto corrente. Gli importi, in alcune circostanze frazionati grazie a più intermediari, risultavano comunque, secondo il rapporto, "troppo rilevanti e incompatibili con la condizione economica dei soggetti segnalati". Flussi di contante - La Uif considera i flussi di contante un indicatore interessante sul sommerso nei bilancia aziendali: il "cash", soprattutto quando girano somme significative, può diventare sinonimo di evasione. Sul tema è in atto uno scontro politico, con il Pdl che vorrebbe alzare il tetto per i pagamenti in contanti da mille a 5mila euro, spiegando che così si incentiverebbero i consumi. False fatture - Un grande classico: fatture fasulle per operazioni inesistenti, che certificano prestazioni mai eseguite. La casistica è ampia. Si passa dalla inesistenza oggettiva (quando il contribuente stila una fattura su acquisti mai effettuati) ai casi di sovrafatturazione e sottofatturazione (per esempio l'aumento dell'esborso indicato per accedere alla maggiore deduzione dei costi o alle detrazioni delle imposte). C'è poi la frode carosello, quando entrano in gioco enti terzi, funzionali alla sola emissione di documenti falsi: società di comodo si infilano tra un acquirente e venditori reali, accreditandosi come cedenti del bene e incassando l'Iva applicata al bene. Paradisi Fiscali - Non solo Isole Cayman. Sono molti, infatti, i posti in cui conviene "migrare" per non pagare le tasse. Le segnalazioni di società di comodo che si trasferiscono nei paradisi fiscali crescono senza sosta, e così è stato anche nel 2012. Come spiega la Uif, il metodo è noto: i fondi vengono cumulati nel paese d'origine, e poi trasferiti nella più totale "opacità proprietaria, reddituale e finanziaria", in società di comodo che sfruttano segreti bancari o le aliquote più vantaggiose dei paesi d'approdo.