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Equitalia, l'aggio resta all'8%

Nel 2012 era stato deciso il taglio del maxi aggio imposto dall'agenzia. Ora il governo lo rinvia sine die: "Non ci sono i soldi per farlo"

Andrea Tempestini
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Il cappio di Equitalia non si smolla. L'aggio - ossia la somma "extra" sul totale del credito che l'agenzia percepisce semplicemente per effettuare la riscossione - resta fermo all'iperuranica quota dell'8 per cento. Peccato però che la legge aveva imposto di abbassarlo al 4 per cento.  Ma il governo spiega che lo Stato dei conti di Equitalia impedisce la possibilità di emanare i decreti che prevedevano il taglio dell'aggio. Così la percentuale sui tributi riscossi per conto dello Stato da Comuni e Province resterà ferma all'8%, e non scenderà di 4 punti come invece prevedeva la legge 135/2012 e i relativi decreti, che imponevano all'agenzia di riscossione la riduzione dei costi di funzionamento, così come previsto dal piano di spending review. Il sottosegretario alle Finanze, Alberto Giorgetti, nel corso del question time alla Camera ha però spiegato che Equitalia non può permettersi di perdere 200 milioni (questi i minori introiti derivanti dal taglio dell'aggio). Il taglio degli interessi, dunque, a rinviato a data da destinarsi (ogni punto percentuale di taglio dell'aggio, secondo le stime, corrisponde a 50 milioni in meno per Equitalia).

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