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Conti correnti, dal primo gennaio li possono chiudere

Dal 1° gennaio entra in vigore il decreto di Monti sulle comunicazioni bancarie: se non fai tutto per tempo dici addio alla tua posizione

Andrea Tempestini
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Il Grande Fratello fiscale, giorno dopo giorno, entra a regime, affila le lame. Ora mancano solo due mesi a un nuovo capitolo: dal primo gennaio 2014, infatti, scatterà la cosiddetta "linea rossa" per gli utenti bancari, finanziari, assicurativi e postali. Nel dettaglio, entreranno in vigore le nuove norme sull'adeguata verifica della clientela previste dal decreto legislativo del 21 novembre 2007. In soldoni, se i clienti (compresi quelli bancari) non trasmetteranno in breve tempo i documenti necessari, i rapporti (conti correnti, di deposito, conti titoli e quant'altro) dovranno essere prima bloccati, e poi chiusi. Anche il conto corrente. Le fasi - Il cosiddetto provedimento di "adeguata verifica" prevede alcune fasi. Si parte dall'identificazione del cliente e di colui per conto del quale eventualmente opera (il titolare effettivo); poi la verifica dell'identità di questi soggetti; l'acquisizione di informazioni su scopo e natura di rapporti e operazioni; il monitoraggio costante del rapporto continuativo. Se dal prossimo 1° gennaio mancherà l'adeguata verifica, scatterà il blocco del rapporto, una novità, questa, prevista dal decreto 169/2012, firmato dal governo Monti. E' bene sottolineare che la verifica è a carico del cliente, che dovrà comunicare e attestare con documenti adeguati i dati fondamentali: il titolare effettivo, la natura e lo scopo del rapporto continuativo. Se i dati non verranno inoltrati, il rapporto verrà chiuso. Il vostro conto corrente verrà congelato e il saldo dovrà essere trasferito in un altro istituto indicato dal cliente stesso. Una questione che Il Sole 24 Ore definisce "assai problematica". I dubbi - A rendere più contorto il quadro, c'è l'allarme suonato dagli esperti del settore, secondo i quali gli intermediari si avvicinano alla scadenza in ordine sparso: le banche e BancoPosta danno direttive interne agli sportellisti e a tutti i dipendenti, a cui si chiedee di eseguire controlli sui clienti che si presentano allo sportello per le richieste di informazioni inviate dall'istituto stesso. Altri intermediari, non tutti, hanno inviato ai clienti non in regola una comunicazione per segnalare il fatto che le posizioni non sono in ordine con la verifica, e che, dunque, è necessario recarsi in filiale e trasmettere agli sportellisti o ai direttori di agenzia la documentazione necessaria. L'iter - Questa "novità" affonda le radici nel passato. Le norme di controllo dell'identità, del titolare effettivo e della natura e scopo "dei rapporti continuativi" sono in vigore dal 29 dicembre 2007, e sono applicate alla lettera dal 1° gennaio 2009. Ma il problema riguarda i rapporti preesistenti, che avrebbero dovuto essere controllati e regolarizzati nel minor tempo possibile. L'adempimento, però, è stato realizzato in modo sporadico, e tutt'ora non sono disponibili dei dati sulla sistematicità dei controlli. L'ultima tassello è relativo al 17 settembre 2012, quando è stato varato il già citato decreto 169 del governo Monti, che ha introdotto l'obbligo di chiusura dei rapporti in assenza di una adeguata verifica. L'obbligo è stato rimarcato dalla delibera della Banca d'Italia dello scorso 3 aprile.

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