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Bankitalia, arriva una pioggia di promozioni: automatiche e a peso d'oro

Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia

A dicembre gli avanzamenti di carriera in ruoli dirigenziali saranno 118, senza una vera valutazione e con costi elevati. E i beneficiari si terranno le indennità

Giulio Bucchi
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L'ultima infornata è avvenuta il primo ottobre, per decisione del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e a firma del direttore generale Salvatore Rossi. Quel giorno Federica De Troia è stata promossa direttore superiore, sostituto del titolare del servizio personale gestione risorse della banca centrale. Con lei Giuseppe Parigi ha fatto lo stesso salto dalla carica di direttore principale (ricoperta dal primo dicembre 2009) ed è andato a sostituire il titolare del servizio studi e relazioni internazionali. Così Enzo Serata. Che sostituirà grazie alla promozione il direttore del servizio supervisione gruppi bancari. Una raffica di promozioni, in qualche caso avvenute senza alcuna funzione reale nelle caselle alte della banca centrale. Doria Di Benedetto ha conquistato i galloni di «direttore principale», facendo un salto di carriera dalla semplice carica di «direttore» che aveva dal primo luglio 2007. È inquadrata nel servizio sistema dei pagamenti, ma non ha appunto ruolo: «a disposizione della direzione». Stessa situazione per Riccardo De Bonis, che ha ottenuto identico salto di grado nel servizio statistiche economiche e finanziarie, ma dal primo ottobre è a disposizione della direzione. Alla stessa data è accaduto anche a Francesco Paolo Giuffrida, che ha fatto il salto di carriera da «direttore di succursale» a «direttore principale di succursale», è stato inquadrato nella sede di Roma «a disposizione della direzione». Prossimo giro: primo dicembre. Giovanni Ilacqua sarà promosso da direttore a direttore principale. Inquadrato nella unità di informazione finanziaria, ma senza un ruolo: sarà anche lui a disposizione della direzione. Pietro Ginefra farà lo stesso salto. Ma passa dalla delegazione di Tokyo, di cui era titolare al servizio segreteria particolare, naturalmente a disposizione della direzione. A Tokyo sarà sostituito da un altro neo promosso: Angelo Alfonso A. Cicogna, che volerà nel Sol Levante come direttore principale lasciando l'incarico di direttore semplice, titolare della divisione cooperazione tecnica internazionale ed economie del vicinato Ue all'interno del servizio studi e relazioni internazionali. Con la raffica di trasferimenti e promozioni di dicembre la Banca d'Italia ha finito la sua manovra interna di promozioni e trasferimenti. Che era composta da 13 promozioni al livello gerarchico di condirettore centrale/direttore superiore; 32 promozioni a livello di direttore principale, 37 promozioni al livello gerarchico di direttore, 20 al grado di condirettore, 8 al grado di condirettore di succursale, 6 al grado di ingegnere condirettore/condirettore tecnico, 1 al grado di ispettore aggiunto e 1 al grado di avvocato. In tutto 118 promozioni, che sono davvero un bel numero. Infornate a cui forse aveva abituato la Rai ai tempi di massimo splendore della politica in azienda. Ma che sorprendono in Banca d'Italia. Perché al momento di promuovere qualcuno si va quasi in automatico, tanto è che fra i dirigenti che hanno appena spiccato il volo di carriera ce ne erano anche due sottoposti dalla stessa banca centrale a «indagini fiscali». Stupiscono quegli scatti in un anno in cui l'Italia è ancora in piena crisi economica (ogni promozione o trasferimento porta evidentemente con sé dei vantaggi economici rilevanti) e sorprendono anche per l'evidente assenza di criteri davvero meritocratici: in nessuna azienda normale di solito si promuove di grado un numero consistente di dirigenti che poi si lasciano a disposizione della direzione generale perché in realtà non hanno un incarico definito. Sembra quasi che la raffica di promozioni abbia la funzione di sostituire in altro modo negli alti gradi della struttura quel blocco degli stipendi accolto da precedenti leggi di stabilità e non rinnovato al momento dal governo (che però ha annunciato un possibile allungamento al 2014 con una norma che forse verrà inserita nel decreto mille proroghe di fine anno). Il numero dei promossi ha una certa consistenza: secondo l'ultimo bilancio della Banca d'Italia il numero medio di dipendenti in servizio era 7.007, e di questi 2.042 appartenevano alla carriera direttiva, il segmento interessato dai 118 avanzamenti di carriera. Gli stipendi in banca centrale ammontano a 680,4 milioni di euro l'anno, a cui si aggiungono 66,7 milioni di «altre spese relative al personale» e 106,4 milioni di «accantonamenti per oneri maturati e a garanzia del Tqp (trattamento quiescenza personale)». Significa che in media ogni dipendente ha un costo aziendale di 121.816 euro, uno dei più alti esistenti in Italia. Lo stipendio più alto è quello del Governatore, che dopo alcune riduzioni di peso oggi ammonta a 495mila euro lordi. Per il direttore generale è 450mila euro lordi, e per i vicedirettori generali ormai è sceso a 315mila euro lordi. Lo stipendio base di un funzionario generale è di 128.338,25 euro lordi a norma di contratto. Quello di un condirettore centrale di 103.975,14 euro. Per un direttore principale 85.022,23 euro, per un direttore 73.353,51 euro e un condirettore 66.254,70 euro. Ma lo stipendio base è solo una parte di quello che viene erogato, perché viene integrato da decine di altre voci: dalla parte premiale decisa ad personam, alla indennità di residenza, all'assegno individuale di grado, all'assegno individuale di servizio, all'indennità di residenza, al forfait semestrale per le spese di rappresentanza, all'indennità forfettaria per maggiori prestazioni (che varia dall'8,10% all'8,43%), agli speciali compensi, alle indennità di rischio fino alla generose diarie quotidiane di missione che variano da 3 a 400 euro a seconda del posto raggiunto. Tutte voci che scatteranno per i neo promossi, che formalmente sono stati giudicati idonei allo scatto di carriera attraverso uno scrutinio previsto dal contratto (ma che nella sostanza vengono promossi automaticamente). di Franco Bechis

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