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Ennio Doris, Mediaset, Pier Silvio (e l'ombra di Salvini): "Fusione sola scelta possibile. Cosa pensa il Cav"

Giulio Bucchi
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Con la svolta olandese di Mediaset "la politica non c'entra". Ne è convinto Ennio Doris, banchiere fondatore di Mediolanum, storico amico e collaboratore di Silvio Berlusconi ed elemento chiave nel mondo Fininvest. La fusione e la creazione di un nuovo polo tv paneuropeo, spiega Doris a Repubblica, "è una mossa industriale che va nella giusta direzione, l'unica che il Biscione poteva seguire in questo momento" perché "così apre la porta all'opportunità di alleanze con l'obiettivo di creare davvero un gruppo nei media Made in Europa". Leggi anche: Berlusconi, il sacrificio dei figli Marina, Pier Silvio e Luigi. Sconcerto: a quale partito sono stati costretti a dare soldi (tanti) "Il futuro è quello e restare fermi non si poteva", afferma ancora Doris. "Siamo troppo frazionati e il risultato è che fino ad ora il vecchio continente ha giocato in una posizione di inferiorità rispetto alla sfida americana. Per questo secondo me Mediaset ha fatto bene a lanciare il sasso nello stagno per provare a muovere le acque". Doris ricorda che "il sogno della tv europea non è una novità in casa Fininvest. Negli anni '80-'90 la società aveva già provato con lungimiranza a crescere oltrefrontiera. Prima scommettendo sulla Francia con La Cinq, poi entrando in Kirch, quindi con Telecinco. Ma allora c'è stata la chiusura secca degli establishment locali, con decisioni nazionalistiche e di breve periodo". La politica, con Forza Italia in difficoltà e Matteo Salvini alleato ai grillini, potrebbe aver accelerato il trasloco di Mediaset in Olanda? "La situazione politica in Italia non c'entra - conclude Doris -. È stata una scelta industriale indipendentemente da chi c'è al governo a Roma". Berlusconi, assicura, è "contento anche perché i figli si stanno mostrando all'altezza del loro ruolo".

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